anna_danieli_chiusura_2015Un anno è trascorso. Un anno ricco di iniziative volte alla cultura e al sociale. È il primo anno da socia Unitre. Questa collaborazione nata ormai da tempo, come referente per il Liceo Megara, grazie al coinvolgimento del presidente tramite mia madre, la capoclasse Pina Daniele, si è pian piano trasformata e consolidata, finché dal settembre scorso sono entrata a pieno titolo a far parte della grande famiglia dell’Unitre.

L’anno è stato intenso e come dicevo pieno di attività e progetti.

Per cominciare ho avuto il piacere di coordinare il Concorso a premi che ogni anno, ormai da quattro, l’Unitre bandisce per gli studenti dei due istituti di istruzione superiore della città. Il progetto ha sempre riscosso un ottimo successo, ma quest’anno, in modo eccezionale, la partecipazione dei ragazzi ha toccato livelli elevatissimi.

Sono stati circa trecento gli alunni iscritti e una media di centocinquanta studenti hanno seguito i cinque incontri a tavola rotonda. Immaginarsi quant’era bella l’aula magna del Ruiz così gremita tra i ragazzi e gli ancor di più numerosi soci unitrini. Il tema del concorso, “Viaggio intorno al senso della vita”, è stato sviscerato da tutti i punti di vista da quello della letteratura italiana a quello filosofico, da quello scientifico a quello medico, attraverso le parole di testimoni del mondo moderno fino alla sua concezione cristiana.

A tal proposito mi preme ringraziare, per la loro grande disponibilità, per il loro dire arricchente per me e per i ragazzi, insomma per il loro prezioso contributo, tutti i relatori e i moderatori che si sono susseguiti nei cinque incontri svolti dal mese di novembre al mese di marzo. Punto culminante del progetto è stato il concorso. Sulla base di quanto ascoltato durante gli incontri, gli studenti hanno svolto un elaborato in cui sono stati invitati a parlare del loro senso della vita. I temi, circa un centinaio, hanno rivelato paure, incertezze, timori dei giovani d’oggi, ma anche le loro speranze, le loro aspettative, i loro sogni.

Alcuni ragazzi si sono aperti mettendo a nudo le loro emozioni ed emozionando, a loro volta, i lettori. Tutto ciò segno che l’argomento è stato colto e anche maturato, che ha provocato in loro tutto un turbinio di pensieri e riflessioni. Difficile il compito dei docenti incaricati della selezione dei temi migliori. I miei personali complimenti vanno a tutti i ragazzi che con impegno e serietà hanno partecipato al progetto e i miei migliori auguri ai vincitori.

Ma l’Unitre non si rivolge solo ai ragazzi, anzi, con l’obiettivo di una loro crescita sana, mette a disposizione dei genitori le sue risorse. È il caso, infatti, del progetto “Aiutiamoli nello sviluppo della loro persona umana”. Tale progetto, già realizzato lo scorso anno, è stato a gran voce richiesto proprio dalle stesse famiglie. Si è trattato di incontri in cui i partecipanti hanno avuto la possibilità di ascoltare e conversare con psicologi, sociologi, pedagogisti, educatori, assistenti sociali e persino con lo stesso nostro Presidente, dott. Caramagno, e sua moglie, la signora Franca Morana.

Gli incontri sono stati dieci, da gennaio a maggio, e si è parlato delle sostanze psicotrope, dell’educazione alla libertà, di come i genitori dovrebbero prendersi cura di sé stessi per educare i figli, delle problematiche tipiche dell’età adolescenziale, di come educare ai valori che alimentano l’autostima e, infine, di come trasmettere il desiderio della ricerca del vero senso della vita.

Delle serate trascorse in piena armonia e serenità dove, dopo un iniziale input dell’esperto di turno, spontanei nascevano gli interventi dei genitori, i confronti tra di loro, le riflessioni ad alta voce di alcuni. Ho partecipato a quasi tutti gli incontri, sia in qualità di coordinatrice del progetto per il liceo, ma anche e soprattutto come mamma, mamma di una splendida prossima adolescente.

Si concludevano le serate col sorriso sulle labbra, con il cuore ricco, con la sensazione di aver messo un altro prezioso tassello nel difficile compito di genitore ed educatore. Sì, anche di educatore, perché essendo io un’insegnante, mi ritrovo spesso a notare atteggiamenti di ragazzi che spesso sono richieste di aiuto o messaggi in codice, e ho l’obbligo morale di accorgermene.

Sono da anni sostenitrice del fatto che la scuola ha l’importantissimo compito di collaborare con la famiglia per la crescita sana dei ragazzi ed è per questo motivo che ho subito accolto, e con entusiasmo, la proposta di questo progetto che ritengo utilissimo, quando due anni fa il Dott. Caramagno venne a scuola per presentarmelo.

Novità di quest’anno, infine, è stata un’altra lodevole iniziativa, nata sempre dalla brillante mente del presidente. La voglia di apertura ai giovani, nonché il senso di “intergenerazionalità” fortemente voluta dallo statuto dell’Unitre, ha dato vita al progetto “Gruppi di conversazioni intergenerazionali”. Da dicembre ad aprile un gruppo formato da circa quaranta persone, tra soci Unitre e alunni dei due istituti di istruzione superiore, si è riunito per otto pomeriggi per conversare su temi proposti anticipatamente dai ragazzi nella scheda di adesione al progetto.

Si sono toccati argomenti come il rapporto tra genitori-figli e nonni-nipoti, i rapporti di amicizia, l’omosessualità, il lavoro, l’inquinamento, i social network e così via. Pomeriggi in cui “nonni particolari” trasmettevano ai giovani interlocutori, le loro specifiche esperienze, tramite il loro vissuto. E da parte loro, i giovani chiedevano consigli, il tutto avente come risultato un reciproco arricchimento personale.

Il progetto si è concluso poche settimane fa con la gran voglia di tutti di ripetere l’esperienza anche l’anno prossimo. Nate delle piacevoli amicizie tra i giovani e i meno giovani, alcuni hanno deciso di scambiarsi gli indirizzi email per poter rimanere in contatto.

Insomma che dire, l’anno è trascorso. Gli impegni sono stati tanti e a volte hanno richiesto sacrifici personali, ma i progetti sono stati tutti di una grossa valenza sociale e di grande utilità per tutti. Io mi sento soddisfatta per averne fatto parte e di questo ringrazio il Dott. Caramagno che mi ha voluta al suo fianco. Sono fermamente convinta che l’Unitre stia lasciando segni positivi tra i giovani di Augusta, i quali adesso sono loro a chiedere di interagire con l’associazione.

E io mi prendo il merito di aver fatto da tramite per questo ormai consolidato scambio intergenerazionale di esperienze e mi permetto di concludere le mie riflessioni con una frase di Papa Francesco del 27 Ottobre 2013, riportata anche sul libro “Carissimi nonni di domani, noi ragazzi di ieri...”: “Un popolo che non ascolta i nonni è un popolo che muore.”

Anna L. Daniele

 


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