angela_gigliPubblichiamo un commento della Prof.ssa Angela Gigli, nostra docente di Letteratura Italiana, in occasione della Cerimonia di Chiusura dell'anno Accademico 2014/2015 di giovedì 4 giugno.

Chiusura_2015_13Un altro anno accademico dell’Unitre si è felicemente concluso con l’ormai  tradizionale cerimonia di chiusura presso l’Auditorium dell’Istituto Industriale “Ruiz”, per l’occasione gremito da una numerosissima presenza di iscritti, di docenti, di ragazzi delle Scuole Superiori augustane che hanno partecipato al concorso sul senso della vita, ma soprattutto di ospiti qualificati, segno questo particolarmente significativo di una Associazione che continua a crescere nella realtà cittadina  e che si contraddistingue come veicolo di cultura, forza di aggregazione e occasione di solidarietà umana.

Il Presidente, Dott. Pippo Caramagno, introducendo la serata, ha illustrato le varie attività sviluppate nel corso dell’anno, ma ha avuto lusinghiere parole di elogio per alcune discipline tra le quali “una delle più  gettonate” è  proprio la Letteratura Italiana, di cui sono, ormai da molti anni, docente entusiasta ed orgogliosa di dare il mio piccolo contributo a questa bellissima realtà che ogni anno mi gratifica con il suo affetto, la sua stima e la sua simpatia.

Nel corso di tutti questi anni ho, praticamente, passato in rassegna tutta la Letteratura Italiana, dal Medioevo fino ai nostri giorni: prima gli autori che hanno caratterizzato i vari secoli (Dante e Boccaccio, Ariosto e Tasso, Machiavelli e Guicciardini, Manzoni e Verga, Ermetismo  e Svevo),  poi i grandi scrittori della Sicilia (Pirandello, De Roberto, Tomasi Da Lampedusa, Martoglio) e in questi due ultimi anni gli scrittori siciliani che hanno prestato le loro opere al cinema (Sciascia e Brancati).

“Vitaliano Brancati: da Via Etnea a Via Veneto” è stato il titolo delle mie lezioni per l’anno accademico 2014/15, individuando con questa nota topografica  le due città dove l’autore ha vissuto e dove ha ambientato quasi tutte le sue opere.

Ho presentato Vitaliano Brancati nel corso di tre lezioni: nella prima ho tracciato la vicenda biografica, nella seconda ho illustrato la trilogia del gallismo e nell’ultima ho spiegato il significato del Bell’Antonio, cercando di riscattare il romanzo da tutte quelle distorte interpretazioni cinematografiche e teatrali che hanno fatto di Vitaliano Brancati il padre della commedia all’italiana e dei suoi romanzi una narrazione di temi scabrosi, morbosi e immorale. L’impotenza di Antonio Magnano è in realtà una metafora, la metafora di una incapacità esistenziale, ma anche la metafora di impotenza sociale e politica poiché la vicenda di Antonio Magnano viaggia, sotto forma di pettegolezzo, rovinosamente nella Catania degli anni 30, imbavagliata dal Fascismo e dall’ottusità di un mondo legato a preconcetti e pregiudizi, come il culto della virilità. La trattazione del Bell’Antonio ha suscitato molto interesse tra i frequentanti il corso.

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                                                Alcune foto della Prof.ssa Angela Gigli durante le lezioni in aula del 2015

Sebbene siano trascorsi molti anni dal mio primo incontro con l’Unitre, tornare ogni anno ad insegnare in questa associazione è un’esperienza e un’emozione sempre nuova. Che cosa mi ha dato e che cosa mi ha insegnato in  tutti questi anni l’Unitre?

Sul  piano umano mi ha donato  tanto affetto, tanta stima e tanta simpatia, sul piano culturale mi ha dato la possibilità di riprendere in mano i libri, di rispolverare le mie conoscenze letterarie e di aggiornarmi con nuove letture critiche, ma soprattutto mi ha insegnato a non avere paura degli anni che inevitabilmente avanzano, che la cosiddetta terza età non è un punto di arrivo, ma di partenza per esperienze sempre nuove e gratificanti, che si può conservare, anche essendo avanti negli anni,  l’entusiasmo dei  giovani, che la terza età è un valore aggiunto da vivere intensamente e da testimoniare alle future generazioni.  Agli “alunni” dell’Unitre ho regalato delle lezioni di Letteratura Italiana, loro  mi hanno  regalato una lezione di vita.

Desidero concludere prendendo in prestito le parole di due poeti: Tirteo, poeta greco vissuto più di duemila anni fa, diceva di sé stesso “Invecchio, ma apprendo nuove cose”, a lui fa eco Nazim Hikmet poeta turco moderno che, facendo un  riepilogo della sua vita, confessa al figlio di voler piantare a ottanta anni degli ulivi. Sono due frasi che mi sembrano scritte apposta per spiegare le finalità dell’Unitre: è, infatti, un chiaro invito  a mantenere attiva la mente, a coltivare nuovi interessi e ad esercitare una sana e costruttiva curiosità.

Buone vacanze e………… arrivederci al prossimo anno accademico!

Augusta 10 Giugno 2015                               Prof.ssa Angela Gigli Amato.


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