cannava_4tavrot_2016Il livello di tossicità che caratterizza ogni aspetto della nostra vita quotidiana supera, sistematicamente ed in modo astronomico, i limiti analitici delle più sofisticate tecnologie a nostra disposizione per tre ragioni elementari:


 

  1. la mancata certificazione dei rischi connessi alla distribuzione delle migliaia di nuovi prodotti chimici che ogni giorno vengono immessi nel mercato;
  2. incapacità di valutare il potere detossicante del singolo individuo, nei confronti di specifici xeno biotici;
  3. la impossibilità di valutare la sommatoria biologica dell’azione dei vari xeno biotici nel tempo.

Metalli Tossici

Dei vari inquinanti i METALLI TOSSICI (MT) sono tra i primi responsabili del degrado ambientale e della diffusione delle malattie cronico degenerative. I MT più comuni sono: piombo, mercurio, arsenico, cadmio, alluminio, antimonio, nickel, stagno, titanio, uranio, gadolinio, tungsteno. I MT penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso amalgame al mercurio, vaccini contenenti mercurio e alluminio, protesi endo-ossee. farmaci, prodotti cosmetici, alimenti, bevande, aria atmosferica, abiti e trasporti. La ricerca tossicologica ha recentemente dimostrato l'estrema pericolosità della esposizione cronica a bassi dosaggi, perché i MT si accumulano lentamente all’interno dei nostri tessuti, non partecipano ad alcuna attività funzionale biologica e la loro azione consiste nel bloccare l'attività di numerosi complessi enzimatici, con effetto cumulativo e di reciproco rinforzo nel tempo. In particolare i metalli tossici inducono stress ossidativo, inibiscono gli enzimi e le molecole che assicurano l’attività antiossidante, bloccando elementi che garantiscono la stabilità della conformazione biologicamente attiva della proteina, come nel caso dell’insulina (gruppi sulfidrilici: glutatione, metallotioneine, cisteina, ALA), alterano la presenza di tossicità nelle cellule (omeostasi ionica, Ca, Na, K), la funzione mitocondriale, interferendo in modo selettivo con il ciclo di Krebs (ciclo metabolico di importanza fondamentale in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare) e con il circuito della metilazione-sulfossidazione (alterazione del DNA).

Occorre ricordare che da quest’ultimo circuito dipende la sintesi della creatina (composto intermedio del metabolismo energetico sintetizzato dal fegato); dei neuro mediatori, della melatonina, il blocco della istamina, la modulazione del DNA, la sintesi della mielina ed infine la sintesi della cisteina (anche conosciuta in gergo scientifico come L-cisteina; è un aminoacido nonessenziale, una sostanza che può garantire un apporto nutrizionale davvero molto importante e che può, dunque, rispondere in modo ottimale a diverse esigenze dell’organismo), del glutatione (antiossidante) e della taurina. In altre parole, i MT entrano nella “cassaforte” del nostro metabolismo e lo alterano profondamente, per cui la FORMULAZIONE DI INTERVALLI DI SICUREZZA E’ SEMPRE PURAMENTE CONVENZIONALE! Il principio elementare per cui qualsiasi molecola estranea ai percorsi metabolici è necessariamente sempre tossica, viene “istituzionalmente” ignorato e quotidianamente violato nell’ambiente in cui viviamo. Per contro, la comunità medica e scientifica limita oppure nega, oppure combatte le pratiche dedicate alla detossificazione dei MT.

Malattie cronico-degenerative

La DIFFUSIONE DELLE MALATTIE CRONICO DEGENERATIVE ha assunto in questi ultimi venti anni una dimensione epidemica, che va posta in relazione al dilagante inquinamento ambientale ed alimentare ed all’affermarsi di pratiche mediche contrarie ad elementari criteri di biologia e fisiologia, come l’utilizzo di metalli tossici nelle amalgame, negli impianti endo-ossei e nei vaccini. La grande varietà di questi inquinanti genera condizioni patologiche multifattoriali e multisistemiche, come l’autismo, i disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento, le malattie neurodegenerative, le immunodeficienze, le malattie intestinali, le dipendenze, il cancro.

Medicina specialistica

Per la maggior parte di queste condizioni la medicina specialistica, dedicata alla patologia e terapia d’organo, non è in grado di comprendere le cause multifattoriali e multisistemiche, che il più delle volte non sospetta, per cui i trattamenti sono necessariamente affidati alla soppressione dei sintomi.

Medicina funzionale

Per contro, il superamento dell’approccio specialistico è affidato alla affermazione e diffusione dell’APPROCCIO FUNZIONALE, dedicato a interpretare la individualità del Paziente, che, al di là dei limiti posti dalle classificazioni statistiche e di malattia, si esprime nelle interconnessioni, pluripotenzialità, diversità e ridondanze delle funzioni molecolari ed energetiche. E l’esperienza soggettiva di un percorso attivo e “militante” dedicato alla salute è certamente la prima garanzia che l’operatore sanitario può offrire.

Metalli tossici nei tessuti

  • L’ASSORBIMENTO dei metalli pesanti, a livello gastrointestinale ed a livello polmonare, varia a seconda delle condizioni dell’ospite, della composizione (inorganica od organica) e dello stato di valenza (elementare o ionico) del metallo;
  • Il sangue è il principale mezzo di trasporto dei metalli secondo cinetiche dipendenti da: diffusibilità, forma di legame, velocità di biotrasformazione e disponibilità di ligandi intracellulari;
  • Le principali vie di escrezione dei metalli sono quella renale e quella biliare-intestinale;
  • In minima parte l’eliminazione può avvenire per salivazione, traspirazione, esalazione, allattamento, esfoliazione della pelle e perdita di unghie e capelli;
  • Alcuni organi (ossa, cervello, fegato e rene) sequestrano determinati metalli in concentrazione relativamente elevate e cronicamente per anni;
  • Il livello dei metalli nel sangue e nelle urine riflette la esposizione recente e praticamente risulta elevata solo in caso di esposizioni acute, mentre è del tutto insignificante per la valutazione della intossicazione cronica.

Mineralogramma

Il contenuto dei metalli nei capelli è in rapporto alla quantità del metallo presente nel sangue al momento in cui il capello veniva formandosi e non riflette l’accumulo a lungo termine che si è verificato a livello degli organi; inoltre solo determinate forme del metallo si accumulano nel capello, come, ad esempio, avviene per il mercurio organico (pesce contaminato), ma non per quello inorganico (vapori dall’amalgama)

Porfirine urinarie

L’analisi delle Porfirine urinarie (pigmenti cromatici), che nel bambino autistico risulta assai spesso alterata per accumulo in particolare di urocarbossi-, precopro- e copro-porfirine, non sembra stabilire una relazione con la intensità della intossicazione da metalli.

Test di chelazione

Il metodo più obiettivo è rappresentato dal test di chelazione, che consiste nel confronto tra i valori di metallo tossico presente nelle urine prima e dopo la somministrazione di un agente chelante.

La CHELAZIONE è un meccanismo chimico utilizzato nel mondo vegetale e animale attraverso il quale una molecola biologica incorpora all’interno della propria struttura un minerale, usualmente uno ione metallico. Una volta chelato, il minerale perde le sue proprietà fisiologiche o tossiche, in quanto viene sequestrato all’interno della struttura dell’agente chelante e con esso viene eliminato.

Il PROTOCOLLO PERSONALIZZATO DI DETOSSIFICAZIONE inizia con una valutazione delle condizioni generali, attraverso la somministrazione di un Questionario Biocomportamentale, una serie di analisi di Laboratorio di base e l’accertamento dei metalli tossici, mediante iniezione endovena di EDTA o di DMPS e raccolta successiva delle urine. Particolare attenzione viene posta alla funzione degli emuntori: intestino, fegato, rene e cute.

  • Il trattamento va personalizzato in rapporto alle esigenze individuali ed il follow up va monitorato con particolare riguardo alla funzione intestinale, epatica e renale;
  • La diffusione delle malattie cronico degenerative non ha risparmiato certo i bambini, causando una vera epidemia di disturbi dello sviluppo.

Autismo

L’AUTISMO, che si manifesta tipicamente tra il primo ed il terzo anno, è passato da una incidenza di 1 caso su 2.000 negli anni ‘80 ad un caso su 91, nella fascia compresa tra 3 e 17 anni, con un rapporto di 4/1 tra maschi e femmine, secondo lo studio epidemiologico pubblicato il 5 Ottobre 2009.

Maternal & Child Health Bureau of Health Resources and Services Administration, US Department of Health and Human Services. L’Autismo, che rappresenta la forma più severa tra i Disturbi dello Sviluppo, è stato interpretato dalla comunità scientifica e medica come una psicosi su basi probabilmente genetica, da causa ignota, sostanzialmente non recuperabile e affidato per competenza alla Neuropsichiatria Infantile, a partire dalle prime osservazioni di Leo Kanner all’inizio degli anni ’40. Nel 1995 un gruppo di medici e di ricercatori coordinati da un psicologo sperimentale; Bernard Rimland, hanno formulato il progetto Defeat Autism Now! (DAN!) (www.autism.com), dedicato alla valutazione delle condizioni organiche del bambino autistico, di competenza pediatrica e non neuropsichiatrica, secondo un approccio funzionale, che comprendeva: la nutrizione, la funzione intestinale e immunitaria, il metabolismo cellulare, lo stress ossidativo, l’accumulo dei metalli tossici e l’accertamento genomico di quei polimorfismi che incidono in particolare sulla funzione detossicante ed immunitaria. Questo progetto ha generato uno straordinario fiorire di esperienze e di ricerche, che coinvolgono numerose Università statunitensi e ci permettono oggi di affermare che l’Autismo e la sua diffusione epidemica sono la conseguenza di una serie numerosa di con-cause, che comprendono l’inquinamento ambientale, la tossicità alimentare, l’uso iatrogenico di antibiotici, vaccini e psicofarmaci in soggetti, con fragilità costituzionali del tutto comuni nella popolazione, Polimorfismi (SNPs), che interessano la funzione intestinale, immunitaria e la capacità detossificante. In altre parole, il bambino autistico, con le sue fragilità organiche, che limitano la capacità detossificante ed immunitaria, segnala la TOSSICITA’ DELL’AMBIENTE. La diffusione epidemica, la complessità del quadro sindromico, la criticità legata alla rapidità dello sviluppo neuro immunitario richiedono la realizzazione di una PROGETTO DI PREVENZIONE che abbia inizio in fase di Preconcepimento, si estenda per tutto il periodo della Gravidanza, allontani i rischi legati al Parto e formuli linee guida chiare ed esplicite, che riguardano in modo particolare i primi tre anni dello sviluppo, con riferimento a: allattamento, svezzamento, potenziamento del sistema immunitario e detossicante e rilevamento tempestivo dei “warning signs”.

Questi segnali di allarme comprendono: disturbi da ridotte difese immunitarie: otiti, broncopolmoniti, gastroenteriti, encefaliti, una alimentazione estremamente selettiva e povera, ritardo e disturbi della motricità, ipotonia, attenuazione e scomparsa del contatto oculare, ritardo, regressione e scomparsa del linguaggio, isolamento, stereotipie, comportamenti ossessivi compulsivi, iperattività, blocco dello sviluppo cognitivo, accessi di violenza Il TRATTAMENTO, di competenza pediatrica, è dedicato al recupero della funzione intestinale, alla reintroduzione di una alimentazione adeguata, priva di glutine, latte di origine animale, soia, zucchero, lieviti, al potenziamento della attività immunitaria, alla detossificazione dai metalli tossici, che in questi bambini si accumulano in grande quantità, in rapporto alla fragilità dei sistemi di detossificazione: bassissimo contenuto di Glutatione, di Metallotioneine (rapporto Cu/Zn > 1,2), depressione del circuito della metilazionesulfossidazione.

Questo trattamento va integrato da subito con una assistenza dedicata alla riabilitazione cognitivo-comportamentale, che oggi si avvale di una serie di tecniche evolute ed efficaci, quali ABA (Analisi Comportamentale Applicata), RDI (Laboratori di Analisi Cliniche specializzati), Logopedia, Floor time (piano temporale), Delacato (Centro Studi sull’autismo, disturbi della coordinazione motoria e dell'apprendimento), Sun Rise (attrezzature per facilitare l’attività motoria) , TEACCH (trattamento riabilitativo specifico degli handicap nei bambini).

Detossificazione dei metalli

La detossificazione da metalli viene praticata sistematicamente solo dopo aver recuperato una regolare funzione intestinale, perché l’uso dei chelanti può indurre una attività disbiotica intestinale da candida e/o batteri patogeni, in particolare clostridi.

Il DMSA (acido meso-2,3-dimercapto-succinico) è una molecola idrosolubile ad azione chelante, caratterizzata da una forte azione antiossidante. Nel 1991, grazie alla sua bassa tossicità, il DMSA è stato approvato dalla FDA per il trattamento pediatrico delle intossicazioni da piombo a partire dal compimento del primo anno di vita. Il DMSA ha dimostrato un’ottima affinità per mercurio e piombo; chela anche cadmio, arsenico, stagno, nichel e antimonio, mentre l’affinità per l’alluminio è ridotta.

  • Il trattamento chelante viene protratto per periodi che variano in media tra 6 mesi e due anni;
  • Effetti collaterali importanti non vengono registrati a questi dosaggi e l’unico disturbo può essere provocato dalla comparsa di una disbiosi intestinale (una alterazione degli enzimi e della flora batterica che vive all’interno dell’intestino, chiamata anche microbiota intestinale, che causa una serie di sintomi a carattere non solo intestinale ma anche extraintestinale. Tra questi, spiccano per frequenza gonfiore, stitichezza, diarrea, riduzione della forza, malessere generale, cambiamenti dell’umore, disturbi del sonno), che può comportare la temporanea sospensione del trattamento;
  • La somministrazione può essere per via orale, trans-dermica e transrettale.

Il rispetto del protocollo è associato ad un bassa incidenza di effetti collaterali, peraltro lievi. Occasionalmente possono insorgere: rash maculopapuloso, regressione transitoria comportamentale e del linguaggio, che rientra nei cicli successivi del trattamento. Gli effetti collaterali gravi sono estremamente rari: reazioni allergiche, sindrome di Stevens-Johnson. Prima e durante il trattamento sono raccomandati esami di laboratorio per monitorare la funzione renale, epatica, l’emocromo, la ferritina, gli elettroliti e i livelli di zinco e rame. Nella popolazione autistica, i principali benefici associati al trattamento chelante con DMSA sono: miglioramento del contatto oculare, della parola, dell’attività cognitiva, delle interazioni sociali, riduzione dei comportamenti autostimolatori e, nei bambini con problemi motori, miglioramento della coordinazione e della forza.

Il DMPS (acido 2-3-dimercaptopropano-1-solfonico) è una molecola idrosolubile, caratterizzata dalla presenza di due gruppi tiolici (-SH) vicini; questi sono in grado di formare complessi stabili (chelati) con una grande varietà di metalli tossici. Nei primi anni ’80 viene approvato in Germania per il trattamento dell’avvelenamento acuto e cronico da mercurio e piombo. Negli Stati Uniti di America non è ancora stato approvato dall’FDA come farmaco, mentre è permesso come ingrediente. I benefici riscontrati nel trattamento di pazienti autistici sono numerosi e riguardano sia lo stato di salute (potenziamento del sistema immunitario e detossificante), che il comportamento (parola, comunicazione, apprendimento).

  • La somministrazione può essere per via orale, trans-dermica, endovenosa, trans-rettale. Il rispetto dei dosaggi e del timing dei protocolli di somministrazione si associa ad una forte riduzione degli effetti collaterali.
  • Nella somministrazione orale si registra una minore incidenza di effetti collaterali gastrointestinali rispetto al DMSA.
  • L’incidenza di effetti collaterali gravi (reazioni allergiche, eritema essudativo multiforme, sindrome di Stevens-Johnson) è estremamente rara.
  • Prima di iniziare il trattamento è necessario fare alcune analisi ematochimiche, che devono essere ripetute ogni 2-3- mesi a controllo della funzione epatica, renale e del metabolismo.
  • Emocromo, VES, proteina C, creatinina, urea, acido urico, ammoniemia, enzimi epatici, bilirubina, amilasi, lipasi, CPK, albumina, zinco, rame, iodio, elettroliti, ferritina, TSH, FT3, FT4.

È efficace soprattutto per il mercurio; l’affinità per l’alluminio è media, mentre è più ridotta per piombo, cadmio, argento, stagno e arsenico. Le testimonianze cliniche dimostrano che il DMPS è superiore rispetto al DMSA nel chelare mercurio ed arsenico. L’escrezione del DMPS è principalmente urinaria.

L’EDTA (acido etilen diammino tetraacetico) è un agente chelante, caratterizzato da elevata affinità per i cationi divalenti e trivalenti. La via di somministrazione elettiva è endovenosa (fleboclisi). La fleboclisi contiene soluzione fisiologica, Calcio Gluconato, Magnesio Solfato e vitamina C.

Una volta introdotto endovena l’EDTA chela i seguenti ioni: cromo, ione ferrico, mercurio, rame, piombo, zinco, alluminio, ione ferroso, manganese, calcio e magnesio. L’eliminazione avviene prevalentemente per via renale. Durante l’infusione, il paziente viene monitorato da personale medico per la pressione arteriosa e la glicemia (la flebo va effettuata dopo un pasto sostanzioso ed è sempre consigliato uno spuntino a metà flebo per evitare ipoglicemia).

  • La somministrazione di EDTA può essere anche per via trans-rettale, in alternanza con altri agenti chelanti (DMSA, DMPS).La somministrazione di EDTA per via orale non trova indicazioni nella pratica clinica, giacché la maggior parte del chelante resta nel lume intestinale senza entrare in circolo.
  • Oggi, in Italia, come all’estero, la medicina ufficiale riconosce l’impiego dell’EDTA come terapia nella intossicazione da metalli pesanti, nella intossicazione da digitale e nella ipercalcemia.

I meccanismi d’azione ipotizzati per l’EDTA nel trattamento delle patologie cardiovascolari sono: chelazione del calcio con dissoluzione della placca ateromatosa, azione antiossidante (riduzione della lipoperossidazione), riduzione dei depositi di ferro, attivazione dei sistemi enzimatici liberati dall’azione dei metalli pesanti, stabilizzazione della membrana cellulare, dilatazione delle arterie, miglioramento dell’elasticità della parete arteriosa e aumento della produzione di ossido nitrico. Altre applicazioni della terapia chelante con EDTA comprendono il trattamento di alcune forme di cancro (linfomi, leucemia, alcuni adenocarcinomi) in associazione ai trattamenti antitumorali convenzionali e non.

Terapia chelante

La terapia chelante nel bambino con autismo o con disturbi dello sviluppo, viene programmata dopo tre-sei mesi , durante i quali si ottimizzano la condizione intestinale ed immunitaria attraverso una dieta personalizzata e integrata con nutrienti essenziali e antiossidanti e farmaci per combattere frequenti disbiosi, soprattutto da Candida e Clostridi.

  • La terapia chelante viene proseguita in rapporto alle esigenze individuali per un periodo fino a due anni, controllando ogni sei mesi la progressiva riduzione dei livelli dei metalli nelle urine, attraverso la prova da carico con DMPS.
  • Quando il trattamento viene instaurato al primo comparire dei sintomi e viene proseguito con regolarità si ottengono miglioramenti significativi delle condizioni generali e dello sviluppo cognitivo comportamentale nella quasi totalità dei casi ed un numero crescente di bambini recupera e può frequentare regolari programmi di formazione e scolastici.

Ricerca: fasi precoci dello sviluppo

Il trattamento delle cause organiche dell’Autismo ci indica due grandi percorsi di ricerca:

  1. Dal pre-concepimento ai primi tre anni: le tappe fondamentali del nostro imprinting, biologico e comportamentale, che contengono ”tesori di conoscenza” immensamente preziosi, dalla cui comprensione nasceranno indicazioni strategiche per la prevenzione e la promozione della salute del bambino e dell’adulto. Un argomento di prevenzione di grandissimo rilievo sociale, che viene tutt’ora ignorato riguarda le amalgame al mercurio. Una stima recente valuta in 18 Milioni le persone che in Italia sono portatrici di amalgame al mercurio. E’ stato calcolato che l’amalgama rilascia vapori di mercurio ad ogni masticazione, per cui la quantità di mercurio assunta ed inalata nell’arco di un giorno varia tra 5 e 100 microgrammi.
    • Una madre che porta amalgame scarica attraverso il proprio figlio circa il 40% del mercurio che libera nell’arco di una giornata e questo per 9 mesi! 
    • La rimozione delle amalgame con tecnica protetta e la successiva terapia chelante vanno dunque indicate in fase di pre-concepimento.
  2. La estensione dell’approccio biologico funzionale:
    • all’adulto, che presenta disturbi dell’umore, dipendenze, o malattie psichiatriche, per integrare l’analisi dello psicologo e dello psichiatra.
    • all’adulto che manifesta comportamenti antisociali, per valutarne le ragioni biologiche e mediche.

In altre parole, se troviamo assurdo giudicare “immorale” il comportamento di un bambino autistico, perché ci rendiamo conto che esso è secondario a disturbi di natura organica, quale una disbiosi intestinale, un blocco enzimatico metabolico od una encefalite, per lo stesso motivo possiamo cominciare a dubitare delle nostre categorie di giudizio nei confronti del comportamento disturbato dell’adulto, sospettando che anche in questo caso, possa trattarsi di manifestazioni e non di cause.

Riflessione

Così, l’esperienza dell’Autismo ci coinvolge ogni giorno e ci impone una riflessione critica nei confronti dei nostri riferimenti e delle nostre priorità, con la forza di una esperienza nuova e continuamente sperimentabile. Vorrei concludere questa presentazione con una RIFLESSIONE, che mi sta particolarmente a cuore.

Siamo dunque tutti quanti preda di una aggressione xeno biotica, incontrollata e incontrollabile, che non risparmia nessuno e non perde un attimo della nostra quotidianità, eludendo l’attenzione dei meno attenti con le arti di una informazione, troppo spesso mascherata e bugiarda.

Rimaneggiamento chimico della nostra individualità biologica! CDC: The fourth national report on human exposure to environmental chemicals. Altern Med Rev. 2010;15(2):101-108

Abbiamo tutti sperimentato sulla nostra pelle, come collettività e come individui, le articolate e circostanziate “impossibilità” della RAGIONE MORALE nei confronti della REAL POLITIK del Mercato e della Politica. La dimensione planetaria dell’attuale INQUINAMENTO e conseguente DEGRADO, ci suggerisce la ricerca di una CAUSA PRIMA, al di là delle analisi etiche, scientifiche, finanziarie, economiche, sociali, antropologiche, governative, delle grandi istituzioni, perché queste realtà di fatto fanno tutte parte dell’attuale Sistema e non ci aiutano.

Libretto

Un adagio recita:

Quando tutto sembra perduto, ricordatevi di leggere il Libretto delle Istruzioni”.

Nel nostro caso, il Libretto è rappresentato dalla nostra Storia:

  • 5 milioni di anni: l’Evoluzione biologica;
  • 10.000 anni: l’Evoluzione culturale;
  • 30 anni: l’attuale Cambiamento:
    1. Internet: con il superamento dello Spazio e l’esplosione della Informazione.
    2. Globalizzazione: con il più vasto cambiamento culturale, politico, economico, sociale della nostra storia.
    3. Ricerca Scientifica, il cui contributo antropologico può essere sintetizzato in tre scoperte fondamentali:
  • Individualità Molecolare ed Energetica;
  • Mente Biologica;
  • Cervello Enterico.

Alfabetizzazione biologica della vita quotidiana

Queste tre scoperte scientifiche costituiscono i fondamenti di un progetto dedicato alla ALFABETIZZAZIONE BIOLOGICA DELLA VITA QUOTIDIANA, come premessa allo sviluppo di una DEMOCRAZIA SU BASI BIOLOGICHE.

Alla luce di queste conoscenze lo SVILUPPO SOSTENIBILE è affidato ad una RELAZIONE ancestrale, assoluta, primaria, che pulsa tra la MADRE, l’EMBRIONE-FETO e l’AMBIENTE ed è attorno a questa relazione che si gioca il FUTURO nostro e della prossime generazioni.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Salvatore Cannavà. (vedi altri incontri in aula con Salvatore Cannavà)

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