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21 Aprile 2020
21 - EMPATIA: L'empatia consiste nella percezione corretta dello schema di riferimento dell'altro, ovvero proviamo a metterci nei panni dell’altro. In modo tale che, dentro di noi ci sia una rappresentazione della realtà, quanto più vicina a quella presente dentro l'altra persona.
Al fine di comprenderne meglio la sua situazione interiore. Dobbiamo essere in grado di sentire i sentimenti altrui (il dolore, la paura, l'ansia, la confusione, l'insicurezza) "come se" fossero i nostri. Ma senza confondere i propri sentimenti con quelli altrui, per evitare di correre il rischio di farsi travolgere da quelli della persona di cui ci stiamo prendendo cura, con il risultato di non essere più in grado di aiutarla. Se chi ci sta difronte percepisce di aver attirato la nostra attenzione e interesse, si lascia coinvolgere nella relazione di aiuto. Diventa consapevole di essere parte attiva del rapporto e diventa più collaborante.
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22 - PRENDERSI CURA DELLA PERSONA VULNERABILE E DELLA FAMIGLIA:
Per favorire un adeguato intervento di supporto emozionale, spesso, la nostra azione deve essere rivolta non solo alla persona accudita, ma anche, ai suoi familiari. Questo intervento risulta necessario per evitare che l'agitazione altrui venga ad incrementare la crisi del soggetto, ma anche per sfuggire all'eventualità che altri, per contagio, incorrano in una crisi emotiva. Gli anziani rappresentano una quota sempre più rilevante di soggetti “vulnerabili”. La relazione con loro può essere condizionata dalla presenza di deficit fisici, sensoriali, psichici (demenza senile). I tempi di comprensione e risposta sono in genere più lunghi per cui è necessario parlare lentamente e lasciare tempo al soggetto per “metabolizzare” e per rispondere. Non bisogna dare segni di irritazione se egli non capisce. In caso di pericolo, se la persona che vogliamo aiutare è cieca, manteniamo un costante contatto fisico con il tatto e verbale, usando un normale tono della voce. Se è deambulante, non spingerlo mai; offrigli un punto di appoggio (braccio) per guidarlo. Se è sordo trovare una modalità dì comunicazione adeguata scrivendo o usando gesti. Talvolta lui o lei, può leggere le labbra di chi parla. In tal caso è consigliabile parlare lentamente.
