Francesco_Saggio_-_MiniCarissimi,

Vorrei innanzitutto porgere un saluto affettuoso al Presidente, a tutti i soci e alla validissima professoressa Anna Daniele per l’invito che in questa occasione ha voluto estendere anche alla mia persona.

Naturalmente ho accettato l’invito con estremo piacere poiché serbo ancora in me gelosamente il ricordo dell’incontro avuto con voi lo scorso Anno Accademico che ha lasciato tracce indelebili nella mia formazione professionale e personale.

Certo la situazione che stiamo vivendo o subendo non è delle più esaltanti ma come tutti gli episodi legati all’esistenza umana stimolano e conducono l’uomo a momenti di osservazione e di riflessione che danno spunti per potere rivisitare la propria esistenza in maniera del tutto differente.

Questi frangenti di vita che stiamo subendo mi riportano alla mente un autore francese, Albert Camus, che ha saputo cogliere ed interpretare i momenti difficili di una situazione da lui vissuta in prima persona, il conflitto mondiale. Una situazione eccezionale e drammatica come quella che l’umanità intera, oggi, è chiamata a dovere affrontare. Richiamo alla mente Camus poiché, nonostante il momento di angoscia, di dolore e di paura vide una possibilità e seppe coglierla in pieno, la riconobbe e con straordinaria lucidità e chiarezza la trasmise a noi tutti attraverso uno dei suoi capolavori: “La Peste”.

Amici, faccio mia la conclusione di Camus che vide la luce in quel concetto semplice ma profondo e significativo, nonostante oggi sia spesso trascurato, cioè “la solidarietà umana”. Alla solidarietà dobbiamo aggiungere il rispetto di noi stessi, il rispetto di chi ci sta vicino, il rispetto delle regole sociali e permettetemi soprattutto il rispetto delle regole non scritte relative al buon comportamento.

In questi mesi siamo chiamati ad una prova molto dura, impegnativa, eccezionale e certamente siamo anche impreparati ma credo che ognuno di noi chiamato spietatamente a comportamenti da eroe, lo farà con grande senso di responsabilità. Camus, mi piace ricordarlo, nel suo romanzo, evidenziò comportamenti negativi della società del suo tempo, espressioni chiare di una decadenza d’animo che impera ancora oggi e a tutto ciò seppe contrapporre l’eroe: colui che si batte, non fugge ma lotta con tutte le sue forze.

Oggi noi tutti siamo chiamati ad essere eroi, singoli eroi ed eroi come corpo unico, come popolo appartenente ad una comunità! Ecco il mio messaggio, una esortazione ad essere eroi, eroi della nostra vita insieme agli altri e per gli altri.

Mi fermo, avrei tante cose da scrivere ma le racchiudo tutte in un affettuoso abbraccio virtuale e nella certezza di un nostro prossimo incontro in aula.

Ad maiora.

Con affetto

Francesco Saggio.

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