61_-_ATTENZIONE61 - ATTENZIONE/SENSIBILITÀ – Una carissima Amica mi sprona a fornire la ricetta ideale per mantenere, nel tempo, l’attenzione che stiamo rivolgendo agli altri in questo periodo del tutto anomalo ed atipico. Non sono bravo in cucina e mi intendo poco di ricette.

Di solito, mi ispiro empiricamente nel combinare elementi ed alimenti diversi per ottenere uno stuzzichino, un primo piatto o un secondo o un contorno e, a volte, persino un dessert. Il risultato? Alcune cose buone, altre “non ripetibili”. Alcune pietanze piacciono o non piacciono a qualcuno; ed altre, viceversa, a qualcun altro. Sapete qual è la cosa bella? L’essermi sperimentato in qualcosa, per me, notoriamente ostica; ed avere la sensazione di essermi migliorato. Alcune delle sane abitudini acquisite durante la quarantena riguarda, appunto, l’attenzione che abbiamo dedicato alle persone care, alle persone più fragili e vulnerabili. La sensibilità espressa nel capire i loro bisogni, le loro carenze affettive, le loro peculiarità psicologiche, comportamentali, il loro modo di vivere. Abbiamo scoperto, forse costretti a farlo, un universo nuovo. Pregi o difetti, nostri e degli altri, si sono intrecciati tra loro. Così, fili diversi per colore, spessore, origine, ecc. hanno formato una gomena eterogenea ma molto resistente. La riflessione che vorrei indurre in tutti noi è la seguente. Cosa accadrà a fine emergenza? Quanti buoni propositi cadranno? Quanto il nostro egoismo prevarrà sulle sane abitudini espresse finora? Dovremmo prendere atto che i tempi passano. Dimenticheremo (chi sa quando) mascherine, guanti e disinfettanti. Torneremo, più o meno lentamente, alle nostre abitudini. Ma ciò che abbiamo imparato non dobbiamo scordarlo. Perché i malati cronici, i bambini, gli anziani, i disabili fisici o psichici, gli emarginati, i poveri, i reietti, i carcerati, i ricoverati in ospedale, i sofferenti, gli addolorati, e via dicendo, saranno ancora li. Anche quando tutti i riflettori, adesso puntati su di loro, si saranno spenti. La differenza la farà la nostra sensibilità. La nuova chiave di lettura del mondo che abbiamo imparato ad usare. Dunque, continuiamo ad adoperarci per rendere meno misera la vita di queste persone. Impariamo a intravedere, nei loro bisogni, le nostre debolezze, le nostre criticità. Facciamo in modo che “attenzione” si leghi con “sensibilità”. Per il resto della nostra, più fortunata, esistenza.

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