Pubblichiamo un sunto della tesi di laurea dell’Architetto Roberta De Filippis, che ha presentato in aula giovedì 23 febbraio 2012.

CURRICULUM VITAE Arch. Roberta De Filippis

defilippis_2Roberta De Filippis nasce ad Augusta il 01 Febbraio 1985, si laurea in Architettura presso l'Università degli Studi di Catania il 10 Aprile 2010 e successivamente si abilita all’esercizio della professione di Architetto.

Dal Marzo 2011 è regolarmente iscritta all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Siracusa.

Svolge attività di Architetto libero professionista e collabora con professionisti già affermati nel panorama locale.  

L’interesse nutrito sin da piccola per il patrimonio storico artistico della sua città, la porta a sviluppare, nell’ambito della sua tesi di laurea, un progetto di riqualificazione e riuso del Castello Svevo come centro per l’integrazione degli immigrati.

PREESISTENZE E NUOVE FUNZIONI:
IL RIUSO DEL CASTELLO SVEVO DI AUGUSTA COME
CENTRO PER L’INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI

La città di Augusta e il Castello sono stati costruiti per volontà di Federico II che, sin da giovane, aveva mostrato particolare interesse per la Sicilia orientale.

L’attività edificatoria federiciana ebbe inizio nel 1220. Il Castello di Augusta venne costruito per proteggere l’ingresso della nuova città e dare sicurezza agli abitanti, che affluivano numerosi attratti dall’offerta di un appezzamento di terreno da coltivare e dalla possibilità di costruirvi le proprie abitazioni.

Il progetto iniziale della città è noto soltanto attraverso ciò che il tempo e le piante hanno tramandato. La preponderanza di un elemento, quale il Castello, ha costituito il polo dal quale si è sviluppato l’abitato con isolati concentrici e con assi viari aventi origine da esso (schema radiocentrico).  

In Sicilia i Castelli federiciani, quali il Castello Ursino di Catania, il Castello Maniace di Siracusa e il Castello Svevo di Augusta, fanno parte di un unico sistema difensivo della Sicilia Orientale, costruiti tutti per volere di Federico II di Svevia ad opera dell’architetto Riccardo da Lentini.

Nell’anno 1232, nel punto più alto della penisola di Augusta, a circa quaranta metri sul livello del mare e in prossimità dell’istmo che la unisce al retro terra, l’architetto Riccardo da Lentini su commissione dell’imperatore inizia la costruzione del Castello, trasformando Augusta in una delle principali piazzeforti del regno.

Sull’ultimazione dei lavori di costruzione del Castello si hanno diverse ipotesi: la prima pone la conclusione dei lavori  al 1239, la seconda ipotesi vuole invece che il Castello sia stato terminato nel 1242.

Il Castello, a forma di quadrilatero, di 62 metri di lato, è caratterizzato da tre torri quadrate in corrispondenza degli angoli, due torri mediane ed una poligonale sul lato meridionale; una quarta, almeno nel progetto originario, doveva sorgere sul lato settentrionale della struttura. Ad oggi però di tale torre non vi è alcuna traccia.

Numerosi elementi lasciano credere che il progetto originario non sia stato completato o sia stato successivamente modificato.

Non esiste alcuna rappresentazione grafica precisa della consistenza originaria del Castello di Augusta, sia per quel che riguarda la planimetria che per quanto riguarda la conformazione dei quattro prospetti esterni e dei quattro prospetti che si affacciano sul cortile interno.

Col tempo gli isolati compresi tra il Castello e la via C. Colombo (indicati in fig. 1 con il colore grigio chiaro) scomparvero per dar luogo alla Piazza d’Armi quando il Regio Demanio Spagnolo prese Augusta sotto la propria giurisdizione nel 1567 e iniziarono, per motivi di carattere militare, imponenti opere di fortificazione.


immagine_3Alla fine dell’Ottocento, il Castello fu adibito ad istituto di pena per cui subì rilevanti modifiche. Infatti, dopo l’Unità d’Italia, secondo R. Decreto 30 dicembre 1866, molte costruzioni d’uso militare della zona di Augusta furono smilitarizzate.

La trasformazione in penitenziario fu deleteria in quanto, alle soprastrutture spagnole, se ne aggiunsero altre per rendere agevole la vigilanza dei reclusi e migliore la loro vita carceraria. Furono murati archi, ostruiti passaggi, alzati muri divisori e di recinzione, frazionati grandi ambienti, realizzati solai, costruite scale, praticate nuove aperture.

La sua funzione ad uso penitenziario si protrasse per oltre un secolo e cessò  definitivamente nel 1978.

L’obiettivo della tesi è quello di conservare il patrimonio costruito attraverso la variazione d'uso. L'intervento di riuso è finalizzato all’innalzamento dei livelli prestazionali del Castello Svevo di Augusta e all’insediamento di una nuova destinazione d’uso compatibile con l’edificio.

Il metodo adottato per il progetto di riuso del Castello Svevo di Augusta prevede due distinte fasi. La prima si è svolta attraverso due analisi parallele: una relativa alla conoscenza dell’edificio e l’altra finalizzata alla definizione del fabbisogno insediativo. Successivamente si è condotta un'indagine su base ISTAT, al fine di determinare il flusso migratorio in Sicilia, in particolare sul fenomeno dell'immigrazione clandestina, individuando i centri di accoglienza sul territorio regionale. Tali indagini hanno evidenziato l'assenza di centri in grado di supportare l'integrazione degli immigrati a livello sociale ed economico. Da qui,  l'ipotesi di un centro per l'integrazione degli immigrati.

tav.1       tav.2       tav.3

La seconda fase ha previsto la verifica di compatibilità, ovvero il confronto tra le prestazioni offerte dall’edificio e i requisiti della nuova destinazione d’uso.

Successivamente si è passati al progetto degli alloggi per gli immigrati.

                                                               Arch. De Filippis Roberta


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