cannava_tessera_5Il tempo, in questo pomeriggio del 7 marzo 2013, è piovigginoso, ma sono davvero pochi gli Unitrini “idrosolubili”. La stragrande maggioranza è presente, nonostante il mal tempo. Tra i giovanissimi studenti c’è stata qualche fisiologica defezione, legata all’impossibilità di usare la moto, ma molti sono presenti.

Il Presidente dell’Unitre di Augusta, Dott. Giuseppe Caramagno, fa gli onori di casa e assolto all’obbligo di alcune comunicazioni di servizio, da un caloroso benvenuto ai Relatori della serata: il Dott. Francesco Cannavà, Psicologo, ed il Socio Mimmo Patania, profondo cultore di storia e filosofia.tav_rot_4_2013_1

Dopo un brevissimo cenno introduttivo, il moderatore della serata, Dott. Salvatore Cannavà, con commosso compiacimento, presenta, e gli da la parola, il primo Relatore, Francesco Cannavà, che ha trattato il tema “La dimensione dell’Uomo nella Città a dimensione d’Uomo”. Il primo interrogativo che egli si pone è Uomo? Che tipo d’Uomo? E si propone di rispondervi da Psicologo e da Augustano.

Tav_rot_4_2013_2Si avvale, così, dell’ausilio di alcune diapositive. La prima, ritrae il recentissimo crollo di parte del Rivellino dei “Ponti di campagna”. E si pone la domanda: cosa stiamo perdendo? La Città? La nostra storia? La nostra faccia? Tradire le proprie origini significa perdere la faccia.

E’ importante conoscersi, o meglio, riconoscersi. Nella dimensione vitale ed esistenziale della funzione spazio – Uomo. Da un’analisi dei bisogni, si evince che, nei primati, i bisogni primari avevano una dimensione limitata. Nell’evolverci, siamo passati dall’albero alla caverna, alla costituzione del gruppo, alla capanna, al villaggio di capanne, alla casa e, via via, alla città, che cresce e si caratterizza.

La vita attorno al pozzo, si evolve fino all’aggregazione intorno alla Chiesa e, ancora, verso le infrastrutture più complesse. Ma, l’aspetto esistenziale matura negli spazi; per mangiare, dormire, riprodursi, ecc. Assistiamo ad una espansione degli spazi non più solo per soddisfare bisogni primari, ma anche secondari.

Nasce la piazza, come luogo di aggregazione relazionale. Spazi e tempi per svolgere funzioni. Passando dai bisogni primari, espressi in spazi circoscritti, a quelli secondari dei bisogni relazionali del confronto umano con gli altri. La piazza come fulcro esistenziale di una introspezione intima di self tolk, di ascolto di se stesso, nella capacità di farlo in un luogo qualunque.

L’attento Relatore non manca di sottolineare come anche alcuni stimoli pubblicitari sono fuorvianti e inibiscono le capacità relazionali. Viceversa, contesti aggregazionali come l’Unitre, consentono una dimensione introspettiva sana e sanante. Il Cannavà mensiona, con un velo di nostalgia, il “sedili o cocciu”, dove si rifugiava a “pensare” molti anni prima, ed alla evoluzione dei suoi fruitori odierni.

Viene invocata la capacità di espressione e comunicazione e condivisione. Nella relazione e nel confronto con l’altro. Ben venga pure l’inevitabile conflitto umano, purchè franco e positivo. S’è persa per strada un’occasione per “pensare”: fare teatro, metabolizzare ipotesi. Confronto come occasione di crescita, per esorcizzare la solitudine; in un fiero rapporto ancestrale di condivisione che può divenire autogratificante e produrre serotonina e dopamine, foriere del buonumore.

Tav_rot_4_2013_5Francesco Cannavà richiama in causa l’Uni3, a cui va il merito di aver saputo creare spazi condividibili, verso una città a dimensione d’uomo, protesa verso un benessere interiore, fatto di autentica intimità. Come quella ritrovabile in un letto, condiviso da una coppia, che crea famiglia. Spazio ed intimità: argini per proteggere le relazioni umane, aperte.

Ma il relatore inneggia anche all’Agorà, alla Piazza, fruibile per piccoli o grandi gruppi. Ma i grandi spazi possono rilevarsi ostici per talune relazioni umane. L’uomo ha scoperto le nuove arene dove sfogare la propria rabbia, dal colosseo di un tempo allo stadio di oggi. Cos’è cambiato nell’approccio? Città a dimensione d’uomo o di bestia?

Tav_rot_4_2013_6Siamo scaduti, dice Cannavà, nella piazza multimediale, nella piazza facebook, usati per scambiarsi futilità, non per relazionarsi, confrontarsi ed arricchirsi interiormente. Si entra in gruppi virtuali, ma anche un po’ asociali. Assistiamo con indifferenza ad una progressiva degenerazione dei rapporti umani. Indossiamo, abulici ed inconsapevoli, una maschera, non più a dimensione d’uomo. Socialità e spazi, città e cittadino, qual è il moderno connubio?

Ora, tirando fuori dalla tasca, con misurata teatralità, il proprio smart phone, il Dott. Cannavà si chiede: siamo destinati a rimanere prigionieri dentro lo “spazio” effimero del nostro telefonino? Schiavi di un estraneo condizionamento ed aberrante dilemma tra l’apparire ed il non più essere? Egli conclude chiedendo, quasi invocando, agli astanti di ritrovare la costruttiva criticità del confronto aggregante e di crescita.

Il Moderatore Cannavà senior, fiero del proprio rampollo, si complimenta col Cannavà junior a cui rivolge parole di elogio, non per il rapporto filiare, ma per gli obiettivi meriti professionali e per la empatica comunicatività espressa verso il colto uditorio.

Tav_rot_4_2013_3Segue la dotta relazione dell’Amico Domenico Patania, volto e voce ben nota agli allievi Unitrini ai quali ha, negli anni, ha dedicato molto della propria cultura. Egli, ricorda che approfondirà quanto esposto stasera, nel corso dell’incontro con gli Unitrini del 18 p.v.. Apre la propria relazione introducendo i termini Città, Cittadino e Cittadinanza.

Chiaramente diverso il taglio che vuole dare al suo intervento, ma non mancano positivi cenni di collegamento con la relazione del Cannavà, che lo ha preceduto. Il Patania, da profondo conoscitore della materia ed arguto osservatore dell’attentività Unitrina, proporrà un percorso espositivo fatto di domande e di risposte, volte a stimolare la legittima curiosità degli astanti.

E subito la prima domanda: in che misura la città è luogo di realizzazione dell’uomo e del cittadino? Città luogo privilegiato? A cui segue, pronta, la risposta: Nelle città nascono le grandi civiltà ed in una di queste è nata la cittadinanza. La città come culla di civiltà e cittadinanza. Inevitabile correre col pensiero alla Grecia. A com’era ed a come s’è ridotta oggi. Domanda: uomo o cittadino?

Nei millenni l’essere umano si è evoluto e, da abitante della terra, in senso lato, è diventato abitante della città. Del suo habitat, del culto della capacità di costruire abitazioni per l’uomo, di costruire la città, per l’uomo. Evolvendosi in nuovi “abitanti della terra”, dandosi istituzioni ed Ordinamenti pubblici. Incarnando il processo di evoluzione dell’uomo.

Da mera forza fisica dei suoi albori a ritrovata forza del Diritto. Costruttore di se stesso, sospeso tra il mondo reale e quello apparente. L’uomo, nel tempo, fautore della dimensione temporale con caratterizzazione umana. L’uomo artefice del proprio tempo, costruttore di se stesso.

Coniugatore della mano e della mente. L’Uomo della città, degli Ordinamenti politici e della civilizzazione. Nella città, l’Uomo, realizza se stesso. In passato, la città era caratterizzata da tre cose. La prima: il Territorio (inteso come spazio o parte di esso), l’urbanizzazione e l’organizzazione.

La seconda: Uomini, che costruiscono, vivono, si relazionano, provocano conflitti; condizionati dal potere. Inimmaginabile, per Mimmo Patania, vivere senza autorità costituita, senza leggi regolamentate ed a loro volta regolamentanti. La terza: la città come un libro aperto, per leggervi la propria storia. Impossibilità od incapacità del vivere il presente, per ignoranza del passato.

Nell’immaginario collettivo, la Città deve essere simbolo dell’Ordine. E dove c’è Ordine c’è Legge e dove vige il disordine, c’è il caos. Città crogiuolo di qualità dell’Uomo. Da selvaggio ad essere civile. Artefice della socialità e del conflitto costruttivo.

L’illustre Relatore prosegue la sua trattazione chiedendosi: quando, dove e come è nata la Città? Egli si risponde attribuendole due origini. La prima, la fa risalire a circa cinquemila anni fa, nel letto delle civiltà fluviali. La seconda, la Grecia.

Città come luogo di nascita della civiltà. Grecia, ed Atene in particolare, perché è qui che vide la luce la “Città Stato”: la Polis. Inconfutabile base della nostra civiltà. Forgia dell’Uomo occidentale: noi. Uomo che costruisce e città che realizzano l’Uomo. Nell’evoluzione dell’habitat che ha plasmato il nostro Uomo, dal punto di vista storico e sociale.

Atene: madre della Democrazia. Del sistema politico ideale. Dove i cittadini sono gli unici detentori del “potere”. Dove vige l’eguaglianza dei diritti, il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni ed il diritto di voto attivo e passivo. Semi, vicini e lontani, della moderna democrazia.

Tav_rot_4_2013_4Il moderatore, Dott. Salvatore Cannavà, ringrazia l’Amico Mimmo Patania per essere stato, come sempre, chiaro, comprensibile ed esaustivo e per le interessanti argomentazioni proposte. Prima di congedarli esprime ancora parole di elogio all’indirizzo dei due brillanti e puntuali oratori, con particolare affetto ed orgoglio per il figlio Francesco e con profonda stima per l’Amico Mimmo. E passa la parola al Presidente Dott. Caramagno per i saluti.

Questi, nel complimentarsi ancora coi Relatori, li ringrazia per la partecipazione ed invita Francesco Cannavà ad un salotto di conversazione coi Soci Unitrini, presso il neoformato Circolo, e Mimmo Patania al prossimo incontro Uni tre.

Il Presidente Caramagno coglie l’occasione per annunciare lo svolgimento di uno screening sul sistema visivo, che sarà effettuato con la consueta collaborazione della Misericordia di Augusta presso la sede di via Gramsci, a partire da sabato 16 marzo, per almeno 3 sabati e per almeno 10 Unitrini (e/o loro famigliari) per volta.

Per i dettagli, ripassa la parola a Salvo Cannavà. Che spiega come lo screening abbia una valenza di massa e che non può sostituirsi ad eventuali accertamenti diagnostici, più approfonditi.

Può capitare, infatti, che nel corso dello screening si possano avere dati occasionalmente fuori norma, rientrati una volta ristabilite le temporanee discrasie emotive e/o organiche che abbiano potuto evidenziarli.

Lo screening visivo di quest’anno sarà più completo e riguarderà la definizione del Visus (normale ed al contrasto), la ricerca di eventuali degenerazioni corneali (specie senili), alterazioni della trasparenza del cristallino (cataratta), la pressione endoculare con sistema non invasivo (prevenzione glaucoma), la stereopsi (senso della distanza …. Terza età al volante …) e la percezione cromatica.

Il microfono ripassa al Presidente Caramagno, che scioglie la seduta.

Salvo Cannavà


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