presidenteDesidero ripresentare attraverso questo sito il senso della conversazione avuta in aula il 13 corrente.

 

 

Ciò per:

Per una migliore conoscenza e più opportuna presa di coscienza di quanto ho voluto proporre e sollecitare i soci con la relazione al tema della serata “da fruitori a donatori di tempo Unitre”, suggerisco di visionare i progetti già presentati in aula e riproposti attraverso il nostro sito:

                         - “Banca dei donatori di tempo- Unitre Augusta”

                         - “L’Unitre: proposta di un nuovo stile di vita”.

A mezzo della frequenza ai corsi culturali, ai vari laboratori di attività e alle altre iniziative ricreative e di aggregazione sociale (come si evince dagli spezzoni di filmati proiettati nel corso della conversazione), i nostri soci-alunni stanno sperimentando un più fruttuoso impiego del loro tempo e un nuovo stile di vita, vivendo ore di allegria, gioia e serenità, nella convulsa realtà della vita quotidiana, e la fierezza dell’appartenenza all’associazione (video-interviste a docenti, video-interviste a soci, video alltività di laboratorio).

Volendo trarre veri benefici personali dall’appartenenza alla nostra Unitre dovremmo insieme decidere e tentare di fare un salto di qualità.

Dovremmo, con un tantino di buona volontà modificare un po’ il nostro modo di essere soci Unitre.

Come atteggiamento mentale, dovremmo tentare di passare, concretamente,

da: fruitori a donatori di tempo Unitre.

 Da presidente, coordinatore e propulsore dello spirito e delle attività dell’associazione, ho vivacemente sollecitato i soci a considerare quanto segue:

L’Unitre, a mezzo del nuovo stile di vita che ne deriva, dà la possibilità di:

Nel corso degli anni, confortato dalla esperienza personale e di quella  di tanti amici e conoscenti, ho maturato la profonda convinzione che importanti componenti e fonti di serenità e di gioia sono:

Il chiudersi in sé stessi o semplicemente dediti al proprio dovere, l’arroccarsi nell’orgoglio e non sapere chiedere e dare perdono, potrebbero non essere sufficienti per alimentare l’autostima, la stima del prossimo e la pace del cuore.

La morte spiega la vita. Ho visto persone in fin di vita, dopo lunghe malattie e indicibili sofferenze, affrontare con serenità il tramonto della vita terrena, coscienti che l’avevano spesa nel “servizio ai fratelli” e praticato il perdono. Erano coscienti che avevano praticato l’Amore e andavano incontro all’Amore.

                                                                           Giuseppe Caramagno