Fedalma_Baffo_miniQuesta mia riflessione nasce a distanza di circa due mesi dall’inizio di quello che possiamo definire un fenomeno epocale e ancora oggi mi riesce difficile comprendere come un simile micro-organismo abbia potuto sconvolgere il mondo.

Ma di fatto ha radicalmente cambiato le nostre abitudini, il modo di relazionarci con i nostri cari e persino il nostro, ormai collaudato, modo di insegnare; improvvisamente la scuola si è trovata ad affrontare un periodo inatteso e unico fino ad ora; chi l’avrebbe mai detto: siamo diventati “Insegnanti h 24 “grazie ai mezzi informatici e non solo….

Inizialmente siamo rimasti increduli, smarriti, spaventati da una simile pandemia. Il tempo si è raddoppiato, triplicato e l’unica cosa che abbiamo potuto fare è RESTARE A CASA come ci veniva detto; e che tra l’altro ancora facciamo.

Ognuno di noi ha reagito a modo suo, come è giusto che sia, personalmente ho programmato la mia giornata in modo diverso naturalmente da com’era, ma scandendo e riempiendo i vari momenti di tante piccole attività, che ho reso volutamente inderogabili.

Le attività domestiche, infinite, sono diventate sempre più complesse e perfette, i manicaretti in cucina si sono moltiplicati a dismisura e i piatti da preparare sempre più elaborati e gustosi. I rapporti umani con i figli e i nipoti (soprattutto) si sono modificati, non più lunghe telefonate, pranzi domenicali e non solo, ma piacevolissime chiacchierate e giochi all’aperto sempre e solo a debita distanza. I pranzi domenicali, si sono ridotti alle sole feste comandate rispettando sempre il distanziamento sociale.

Insomma, ritenendoci fortunati, nonostante tutto, abbiamo trovato un nostro equilibrio, almeno spero, in questo periodo così complicato ed inaspettato.

Ma vorrei andare al di là del personale, e fare una riflessione che implica l’aspetto psicologico e sociale e sulle possibili ripercussioni che questa pandemia avrà; e se da un lato la chiusura totale di qualsiasi attività, evento culturale, teatri, concerti, eventi sportivi può essere considerata una perdita, dall’altro però potrebbe essere l’occasione per fare buon viso a cattivo gioco, e utilizzare questo tempo per un arricchimento culturale facendoci cosi apprezzare aspetti che avevamo ritenuto poco importanti e dando valore invece ad altri, rovesciando cosi la scala dei valori e delle priorità.

Ma mi chiedo, come altri hanno fatto prima di me, quando tutto questo sarà finito saremo esseri umani migliori o peggiori rispetto a come eravamo prima?

È appena finito il lock down ed è iniziata, con entusiasmo e voglia di ricominciare la fase due, non senza timori ed incognite. Questo primo assaggio di normalità ci fa capire che niente sarà come prima (almeno nell’immediato) cambieranno le nostre abitudini, il nostro modo di relazionarci con gli altri, e non solo, ed allora mi chiedo e vi chiedo tutto questo sarà servito a rimettere in discussione il modello culturale, economico e sociale, e lasciare da parte beghe da cortile o peggio interessi personali, o no????

In ultimo desidero fare mio il pensiero di un filosofo: “Le crisi spesso svelano il meglio di una comunità nazionale, si pensi oggi al sacrificio di medici, infermieri, operatori sanitari, membri delle istituzioni pubbliche, forze dell’ordine, protezione civile e semplici cittadini che contribuiscono come e dove possono”.

Ed è a loro, concludendo, che rivolgo il mio pensiero e mi permetto di dire il mio ed il “Nostro” GRAZIE.

Sperando che presto, le nostre BUONE abitudini di ragazze/i unitre, possano riprendere al meglio, porgo un abbraccio, virtuale, a tutto il comitato ed anche alla responsabile (che tanto si prodigano in maniera encomiabile) ed a tutti gli iscritti.

Fedalma Baffo