caramagno_pasqua_2016Premetto che i miei amici-soci e compagni di classe dell’Unitre di Augusta, della quale sono fondatore e presidente da 22 anni, e i numerosi concittadini che mi conoscono da tempo, sono a conoscenza che ormai ho superato gli ottantadue anni anagrafici, discretamente portati, senza alcun mio merito.

Non soffro di particolari patologie, se non quelle consuete connesse all’età e due volte all’anno, seguito dal medico di famiglia e da specialisti, effettuo i dovuti controlli preventivi di routine. Nell’ultimo di essi, dello scorso mese, tutti i valori del sangue e delle urine, sono risultati normali.

Dopo questa breve premessa desidero manifestare i motivi che mi inducono a scrivere quanto di seguito.

) Ritengo che non sia socialmente utile essere chiusi e riservati circa eventuali disturbi fisici e/o psicosomatici che la vita ci presenta. Con la dovuta riservatezza e discrezione, parlarne e portarli a conoscenza di terzi, potrebbe risultare molto utile all’interlocutore e quindi essere, ciascun di noi, diffusore di bene in una società dominata dall’egoismo e dall’indifferenza.

2°) Desidero dare una personale testimonianza di alta professionalità, efficienza e umanità del reparto di neurologia dell’ospedale “Muscatello” di Augusta.

Solitamente, noi siamo cittadini lamentoni e pronti alla critica, non costruttiva, verso tutto ciò che la pubblica amministrazione ci offre sotto forma di servizi in tutti i settori. In modo particolare, siamo facili alla critica e al discredito verso l’attività dell’ospedale di città, del quale non ho mai sentito particolari positivi apprezzamenti, verso i tanti professionisti, personale infermieristico e collaboratori vari che si spendono con professionalità e umanità alle cure dei tanti pazienti ricoverati.

In virtù della mia età, dell’esperienza di vita maturata in campo e dei numerosi rapporti intessuti con persone di diversa cultura ed estrazione sociale, e a motivo della mia pregressa attività lavorativa e dei decenni di volontariato di promozione sociale onlus,  invertendo quanto sopra, desidero condividere, a fin di bene, con i numerosi lettori di questo sito, un mio improvviso malessere insorto il 19/20 marzo c.a. e l’esperienza di 15 giorni di ricovero presso il reparto di neurologia dell’ospedale “Muscatello”. Da esso sono stato dimesso in buone condizioni di salute e senza necessità di ulteriore cure farmacologiche specifiche e già con appuntamento di controllo programmato a tre mesi.

            Il mio malessere

Dal 20 marzo c.a. avevo notato difficoltà nel sollevare il piede destro per mettere la calza, ma nessuna altra difficoltà nel camminare nel corso della giornata. La detta difficoltà mi si presentò più accentuata la mattina del 24 marzo 2020; sicchè, accompagnato da mia moglie, sono stato ricoverato nel reparto sopra indicato con il piede destro strisciante. La gamba destra non trasmetteva il comando o desiderio di alzare il piede, quindi camminare e andare spedito.

            Il mio impatto nel reparto

All’ingresso del reparto sono stato accolto, affabilmente, dal neurologo dr. Rosario Vecchio.

Il giorno successivo vengo a conoscenza che la responsabile del reparto è la dr.ssa Valeria Drago, collaborata dal detto dr. Vecchio, dalla dr.ssa A. Ignoto e dal dr. S. Bucello.

Constato subito che l’equipe medica è collaborata h 24 su 24 da infermieri/e e loro collaboratori, nonchè da personale ausiliario dipendente da una cooperativa esterna.

Nella medesima giornata del ricovero vengo supportato da cure farmacologiche somministrate via flebo e viene programmata una prima TAC per il giorno successivo. A seguire, senza che ancora fossi informato di una diagnosi certa, intuisco che vengono un tantino modificati i farmaci delle flebo.

Al risveglio del terzo giorno mi rincuoro nel constatare che il piede destro incomincia ad obbedire al desiderio di camminare, sia pure con molta cautela, all’interno della stanza di ricovero.

*L’ottimismo mi accompagna. Ne sono contento. Già la terapia funziona: “sono in buone mani”!

Non sto a descrivere le varie fasi degli esami strumentali e cure farmacologiche ricevute nei 15 giorni di permanenza nel reparto. Ritengo che non sia questa la sede adatta. Scrivo semplicemente che sono stato costantemente attenzionato e amorevolmente seguito. 

Ed eccoci, effettuate due TAC e due Risonanze magnetiche, la diagnosi certa: il mio malessere originava da infiammazione in una piccola area del sistema nervoso centrale. Essa di origine ignota, farmacologicamente è curabile. In me, già in atto, constato l’effetto positivo. Di ciò, da credente, ringrazio veramente il buon Dio.  Degli uomini dirò nel proseguo.

Dell’equipe medica, infermieristica e collaboratori, nonché dell’efficienza operativa ed umana dell’intero reparto.

Premetto che coloro i quali mi conoscono bene e da lunghi anni, sono consapevoli che non sono facile ai complimenti gratuiti e di convenienza. All’occorrenza il mio è un parlare o scrivere con il cuore. Chiedo quindi cortesemente al lettore che ne avesse voglia di continuare a leggere con il cuore e, da esso, andare alla mente e non viceversa.

Prima di andare oltre, per economia dello scritto e nel doveroso rispetto dei ruoli, senza nulla togliere ai valori curricolari dei singoli professionisti dell’equipe medica, segnalo solamente il link relativo a quello della responsabile, Dr.ssa Valeria Drago (leggi il curriculum vitae).

            Un reparto dal volto umano

Fortunatamente, lungo l’arco della vita, non ho fatto esperienza diretta di più o meno lunghe degenze ospedaliere, ma ciascuno di noi, tramite familiari, amici o dicerie circolanti nei vari ambienti cittadini, non trae convinzioni discretamente positive circa i rapporti umani che spesso si instaurano tra gli operatori sanitari e l’ammalato ricoverato. Ciò, quasi certamente, sarà dovuto al carico di lavoro o all’insufficienza numerica del personale necessaria al reparto.

Posso garantire che, da quanto ho sperimentato sulla mia pelle e da attento osservatore e interlocutore di altri ricoverati nel reparto di neurologia dell’ospedale di Augusta, l’alto profilo cartaceo curriculare dell’indicata equipe, è superato, nella quotidianità operativa, dalla amorevole cura dell’ammalato.

Ritengo che l’alta efficienza diagnostica e clinica operativa del reparto dipenda dalla dirigente. Ma ho potuto constatare che la stessa, con molta umiltà, capacità e esempio sia riuscita a creare, nell’ambito dell’equipe, un clima professionale di lavoro di squadra a beneficio degli ammalati ricoverati. Clima di squadra e professionale esteso, vissuto e trasfuso agli infermieri tutti e loro collaboratori.

Da quanto ho vissuto e sperimentato sento, da augustano, e anche senza averne titolo, a nome della cittadinanza, di ringraziare di cuore tutti, nessuno escluso, gli operatori del detto reparto e di esserne fiero e orgoglioso.

Trattasi di un reparto di “eccellenza”, di una “particolare eccellenza”. In essa si fonde un connubio particolare: scienza, competenza, professionalità si fondono in maniera umile, modesta, silenziosa ma fattiva con “umanità”. Ciò non è cosa di poco conto e quindi mi viene spontaneo definire il reparto come “un reparto neurologico dal volto umano”.

Tale mia sentita espressione non è plageria, ma quanto sento di esprimere con il cuore. Essa origina dal sapere e, a volte constatare, che viviamo in una società nella quale anche l’ammalato, spesso, è uno dei tanti ricoverati da prendere in cura e al quale il professionista può o deve dedicare il minor tempo possibile come persona umana. Difficilmente il professionista vede o considera l’ammalato “persona” viva da accudire e curare nella sua interezza di uomo e non semplicemente di ammalato.

Per quanto sopra esprimo di cuore i miei complimenti a tutto il personale del detto reparto, dalla responsabile all’addetto ai lavori più umili. Li ringrazio tutti per quanto giornalmente, nella quotidianità del reparto, operano per gli ammalati ricoverati, amorevolmente assistiti quali singole persone umane.

Ovviamente un ringraziamento particolare esprimo all’intera equipe medica che con alta professionalità, guarito, mi hanno dimesso il 6 aprile c.a. dopo le loro amorevoli cure.

                                   Giuseppe Caramagno – pres. Unitre Augusta