rischio_sismico_00xPubblichiamo una sintesi della lezione, dal tema “Augusta e il rischio sismico”, che il Dott. Marco Neri  ha tenuto giovedì 22 Novembre 2018 in Aula Magna dell'istituto Ruiz.

Le conoscenze sulla composizione del globo terrestre sono molto recenti. Solo da mezzo secolo sappiamo approssimativamente la sua composizione interna: un nucleo solido al centro, rivestito da un nucleo che si comporta quasi come un liquido, a sua volta circondato dal mantello che, infine, è rivestito da una sottilissima crosta. In tutto fanno 6371 chilometri (in media) di raggio terrestre, dei quali conosciamo abbastanza bene soltanto gli ultimi 10 chilometri.

Ma è una crosta terrestre sottile e fragile quella che calpestiamo ogni giorno, perché da almeno mezzo miliardo di anni non sta mai ferma. Si muove molto lentamente ma inesorabilmente, fratturandosi e separandosi in “placche tettoniche” che migrano in varie direzioni, allontanandosi, scontrandosi o scorrendo lateralmente l’una accanto all’altra. Proprio i margini delle placche tettoniche sono i luoghi dove avviene la maggior parte della sismicità terrestre: perché ogni volta che una placca si muove rispetto ad un’altra, le rocce lungo i loro margini accumulano energia fino a quando cedono e si rompono, generando onde elastiche, i terremoti, appunto.

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La Sicilia orientale, e quindi anche Augusta, si trovano al confine tra la Placca Africana e quella Europea. Un’area geologicamente molto complessa, in cui le faglie sismogenetiche, cioè le fratture della crosta terrestre che generano terremoti, sono numerose ed estese. È la storia recente a raccontarcelo, attraverso le cronache di devastanti sismi che hanno colpito questo territorio nel 1542, nel 1693, nel 1908 e infine, anche se in misura assai minore, nel 1990.

A questa storia sismica che non lascia affatto tranquilli, dobbiamo sovrapporre una crescita demografica che è esplosa nel corso delle ultime generazioni post-belliche, con la proliferazione di un tessuto urbano ed industriale sempre più fitto, e che di conseguenza ha accresciuto in modo molto significativo la vulnerabilità del territorio.

Nel seminario sono state illustrate proprio le peculiarità geologiche e strutturali del territorio siciliano bagnato dal Mare Ionio, un mare che cela sui suoi fondali le maggiori strutture tettoniche sismogenetiche. Si è parlato di cosa accade quando avviene un terremoto, di come si fratturano le rocce, di onde elastiche che si propagano e di cosa avviene quando a fratturarsi è un fondale marino.

Il dr. Neri ha raccontato dei sismi maggiori che hanno interessato la nostra terra e dei maremoti conseguenti, ed infine ha illustrato il modo con cui possiamo difenderci, attraverso il sapere scientifico e la conoscenza. Per esempio, attraverso l’adozione di studi di microzonazione sismica, strumenti potenzialmente formidabili per la salvaguardia della salute umana e per la mitigazione dei danni alle infrastrutture causati dalla sismicità.

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Marco Neri. (vedi un breve curriculum e gli incontri del Dott. Marco Neri)