Farina_Mauro_-_miniPubblichiamo la sintesi della lezione di Letteratura Italiana dal titolo “Beppe Fenoglio e la sua ‘questione privata’”  tenuta dal dott. Mauro Farina giovedì 26 gennaio 2023 presso l'Aula Magna dell'Istituto "A. Ruiz.

“Una questione privata” di Beppe Fenoglio, autore del Novecento afferente alla corrente del Neorealismo, ha alcune chiavi di lettura interessanti: la prima è l’aspetto autobiografico, in cui il protagonista, Milton – appassionato di letteratura inglese come l’autore – risulta essere una trasposizione dello stesso. L’altra è la dimensione, potremmo dire, ariostesca, onirica. Milton è un partigiano e sta combattendo nelle langhe. Tuttavia, si imbatte in una villa. La riconosce: è la villa dove abitava Fulvia, la donna amata. Le pagine che seguono rispecchiano tale dimensione, in cui Milton rievoca tanti ricordi come, ad esempio, un’immagine in cui la ragazza, su un albero, raccoglie un frutto e glielo porge. Ci sono anche delle immagini sonore: potremmo dire che “Una questione privata” ha una colonna sonora, ed è “Over the Rainbow”, un vinile che Milton regalò a Fulvia e che, come uno spettro, ritorna sempre nella mente del protagonista.FENOGLIO_1

Milton entra nella villa, incontra la governante, scambiano due chiacchiere: viene a sapere che Fulvia non è più lì…e che, negli anni prima ha avuto una sorta di relazione con l’amico fraterno, Giorgio Clerici.

In questo esatto momento s’innesca la questione privata: tutte le azioni che svolgerà Milton saranno guidate dalla ricerca disperata di Giorgio, per comprendere se egli ha veramente avuto una relazione con Fulvia. Anche la dimensione ariostesca prende il sopravvento, perché Milton, come Orlando, inizia ad inseguire la realtà, a volte cerca di afferrarla. Si tratta di una ricerca confusa, accentuata dalla presenza della nebbia: immagine forte, che occulta, nasconde, rende difficile tale ricerca. Milton, però, fa un passo in avanti, perché egli non insegue il reale bensì la verità, che ha una dimensione più impalpabile del primo. Anche la verità della Resistenza può sfuggire, perché essa non è altro che la storia personale di tanti individui. Quindi, attraverso le vicende di uno solo si possono raccontare le vicende di tanti. Secondo Fenoglio, pertanto, il vero modo per narrare la Resistenza è cambiare la prospettiva: non narrare la storia della Resistenza su un tempo lineare, ma lasciare le vicende storiche sullo sfondo, raccontando una questione personale che affonda le sue radici nel fitto di una guerra civile. Solo così possiamo sperare di trovare una realtà. In poche parole, ci troviamo nel punto in cui una storia personale, privata, predomina sulla grande Storia. Tale vicenda, però, è specchio della vicenda nazionale: infatti, quella tra Milton e Giorgio non è altro che una guerra fratricida, così come lo fu la guerra resistenziale, combattuta tra gente della stessa nazione.

Il finale del racconto ha posto il dubbio ai filologi se Milton muoia o si salvi.

Ci sono alcuni elementi semantici significativi che propenderebbero verso la prima opzione: intanto il volo prima della morte. Nel romanzo il volo precede sempre la morte. Poi il bosco che si fa muro, che riprende il muro dove venivano giustiziati i condannati. Il romanzo, quindi, non è incompiuto. Del resto, come potrebbe essere incompiuto un romanzo del Neorealismo? Il fatto che non abbia una fine ben delineata rientra semanticamente nella ricerca della verità cui Milton, e il lettore, non approderà mai (non sapremo mai se Giorgio e Fulvia hanno avuto una relazione). Allora, forse, è improprio parlare di romanzo del Neorealismo, bensì di romanzo della Resistenza, dove Fenoglio ha messo da parte tutti gli elementi della corrente letteraria per seguire solo e solamente la sua vicenda privata. Possiamo essere d’accordo con Calvino su una cosa, però: che questo romanzo è la più bella tra le storie d’amore possibili e impossibili.

Sono convinto che questo romanzo sia, ancora oggi, fortemente attuale: penso a voi, magari ai vostri genitori e penso che magari alcuni di loro, durante la guerra, hanno vissuto storie simili. Ma, permettetemelo, penso a tanti miei coetanei ucraini e russi che, nella nebbia assurda della guerra, hanno lasciato le famiglie, gli affetti e, probabilmente, anche loro staranno vivendo le loro “questioni private”. La letteratura, ancora una volta, ci porta ad una riflessione seria sul fatto che, dietro la Storia, dietro le assurdità del Mondo, ci sono esseri umani.

Dott. Mauro Farina

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Foto di Francesco Oliveri

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