cannava_4tavrot_2016Pubblichiamo una sintesi della lezione tenuta lunedì 17 febbraio 2020 dal dr. Salvatore Cannavà, sul tema "Ingerenza dello stress e dei traumi subiti nella pubertà, nell’adolescenza e in gioventù, nella depressione dell’adulto".

È oramai risaputo che lo Stress può essere responsabile, direttamente ed indirettamente, della depressione.

Le ragioni più accreditate partono dallo Stress, già in età prenatale.1

In primo luogo, hanno a che fare col rapporto col proprio partner e con la condivisione della scelta di procreare, INSIEME, una Creatura. Successivamente, nella simbiosi organica materna col feto e la compartecipazione emotiva paterna.

Fondamentale un adeguato atteggiamento psicologico di coppia e con il nascituro.

2La prevenzione dei traumi psicologici deve risiedere in un fisiologico rapporto col feto e nello sviluppo col neonato. Che deve proseguire per tutto il resto della vita.

Non sottovalutiamo la potenzialità di trauma che può subire il “reuccio di casa” allorché si trova a dover condividere l’affetto e, soprattutto, l’attenzione dei genitori col nuovo arrivato. Sorellina o fratellino che sia. Occorrerà una adeguata preparazione a monte del primogenito e, in questo, sempre per il concetto di prevenzione di ogni trauma, può essere utile la presenza dei nonni e la consulenza di uno psicologo. Specie oggi che assistiamo a frequenti incapacità genitoriali.3

Traumi che possono riguardare la pubertà e che, crescendo, per altre caleidoscopiche ragioni, possono interessare anche gli adolescenti. In tutta la loro apparente sicurezza ed acclarata fragilità.

Prima la scuola dell’infanzia, poi la scuola primaria, le superiori, l’università. Mondi fantasmagorici. All’interno dei quali il trauma psicologico è, inconsapevolmente, sempre in continuo agguato.

Poi, crescendo, si affronta il mondo del lavoro. Con altra tipologia e fenomenologia di traumi psicologici. Che possiamo somatizzare col nostro corpo. Non sottovalutando fenomeni quali il Disturbo Post Traumatico da Stress o lavoro correlato. Così come il mobbing sul lavoro o lo stalking affettivo / sociale. E tant’altro ancora.4

Senza quasi accorgersene, quel piccolo embrione, quell’esserino indifeso, quella bimba e quel bimbo dolci e paffutelli, bisognosi di cure affettive e di protezione psicologica, si ritrovano adulti in grado, a loro volta, di creare una coppia stabile che progetta e realizza un figlio. Che dovranno proteggere da qualsivoglia trauma psicologico.

L’età media si allunga ed il numero di “diversamente giovani”, nel nostro paese, ha raggiunto un terzo dell’intera popolazione. Ma le strutture, i servizi a disposizione sono assolutamente inadeguati, in numero ed in qualità. Ecco un forte motivo di stress e di trauma psicologico.

La società moderna ha fatto sì che le coppie, e di conseguenza le famiglie, si formino in età sempre più avanzata. Ciò ha comportato una genitorialità tardiva. Così che all’età in cui, nel secolo scorso, si accudivano i genitori o le zie anziane, oggi si è ancora impegnati ad accudire i propri figli. E, di conseguenza, viene meno la possibilità di dedicare il giusto tempo ai familiari anziani.

Per fortuna, in Italia, hanno preso vita diverse Associazioni di Volontariato che hanno a cuore e si rivolgono ai “diversamente giovani”. Ad Augusta, per esempio, da trent’anni esiste la sezione dell’Unitre, Università delle tre età. “Accademia di Cultura, Umanità e Solidarietà”, che raccogli circa trecento Soci. E che ha costituito al suo interno un gruppo di “donatori di tempo” che si recano presso alcune case di riposo per anziani per portare compagnia, conforto e stimolo alla vita.

Un’altra grande risorsa è data dai giovani impegnati nei progetti di “Servizio Civile”, che riguardano appunto gli anziani. E adeguatamente formati e preparati all’ascolto. Immenso bene, quello della capacità di ascoltare, troppo spesso fagocitato dai supporti informatici, fautori di asocialità e solitudine.5

Tra gli elementi auspicabili quali potenzialmente inibitori della depressione, potremmo inserire un ritrovato rapporto nonni/nipoti.

Che, con la loro disponibilità di tempo, esperienza, conoscenza della vita e cultura e, soprattutto, incommensurabile affetto e dedizione, dovrebbero tornare a riappropriarsi del loro ruolo atavico ed insostituibile. Risorsa e non peso per le famiglie.

Ciò col duplice scopo di ammortizzare i potenziali traumi psicologici del bambino e, per chiusura del cerchio, ridurre i potenziali traumi psicologici dell’anziano.

Più traumi psicologici si subiscono, soprattutto nell’età evolutiva, e maggiori sono le potenzialità di cadere in depressione.

Richiamiamo all'attenzione il presupposto per cui le basi dello stress possono essere biologiche e psicosociali, congiunte o no tra loro.

Vorrei aggiungere che, spesso, gli antidepressivi sono inutili nel “curare” la depressione ed è assodato che l’effetto placebo di sostanze inerti può sortire lo stesso effetto del farmaco. Ma, ovviamente, senza effetti collaterali.

Ribadiamo che l’opera dello Psicologo e dello Psicoterapeuta sono fondamentali nell’individuare tempestivamente, capire e prevenire situazioni potenzialmente traumatiche o da stress. Nel bambino o adolescente, all’interno della famiglia, della scuola, della società che lo accoglie ed in cui si sviluppa il suo percorso di maturazione psicologica. E, con un opportuno trattamento, ripristinare il fisiologico naturale equilibrio psicologico che dovrebbe abbracciare tutti noi e scongiurare la depressione in tutte le fasce di età.

Dr. Salvatore Cannavà

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