Cannava_colore_00Pubblichiamo una sintesi della lezione, tenuta giovedì  8 novembre 2018, dal tema “Colore & cervello” dal Dott. Salvo Cannavà.

 

 

Il colore degli oggetti dipende:

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Un soggetto che ha una discromatopsia vede colori diversi da quelli visti da un soggetto “normale”. Ma anche un diverso stato d’animo può far “avvertire” i colori in modo diverso, allo stesso soggetto, nell’arco del tempo. Tutte le tonalità di colore si possono ottenere:

  1. PER SOTTRAZIONE;
  2. PER ADDIZIONE.

NELLA MESCOLANZA SOTTRAZIONE ABBIAMO UNA MISCELA DI PIU’ PIGMENTI:

                        G + B = V                            
                        G + R = A                                        
                        B + R = P
                        G + B + R = NERO
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PER ADDIZIONE ABBIAMO LA MISCELA DI PIU’ LUCI CONVOGLIATE SU UNO SFONDO BIANCO

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IL COLORE COME SCELTA PSICOLOGICA

Il colore, così come lo descriviamo, come ne parliamo quotidianamente, è il frutto di una elaborazione soggettiva mediata dalla capacità dei nostri fotorecettori di "avvertirlo", dall'esperienza, dalla capacità di elaborare segnali e produrre "sensazioni", a cura del nostro sistema psicofisico.

Il colore di cui vorrei disquisire in questo contesto è quello meramente soggettivo-psicologico: quello che "sentiamo" dentro e fuori di noi. Il colore che ci fa operare delle scelte emotive inconsce; che ci seda o ci eccita che ci tranquillizza o ci allerta. Che ci attira o che ci allontana. Le varie culture hanno attribuito al colore vari significati e da un lato all'altro del nostro pianeta l'energia policroma ha caratterizzato riti, cerimonie ed ogni altro tipo di manifestazioni individuali o di gruppo.

La società contemporanea ha fatto appello al colore per usarlo quale codice universale. Così, ad esempio, tutti sanno che il fanale di dritta (destra) di una imbarcazione è verde e quello di sinistra rosso. Ovunque la prima luce in alto del semaforo è rossa, e così via. Le bombole di gas hanno colore diverso a seconda dell'elemento che contengono, i diversi materiali vengono indicati con colori diversi nei disegni tecnici.

Ma, se da un lato usiamo il colore come codice tecnico, dall'altro usiamo il colore come comunicazione interpersonale. Così sfoggiare un capo d'abbigliamento d'un colore anziché di un altro esprime il nostro stato d'animo, la nostra disponibilità. Se, ipoteticamente, avessimo un guardaroba composto dallo stesso capo di vestiario realizzato in tante tinte diverse indosseremmo l'abito del colore di cui ci sentiremmo in quel momento. Salvo a cambiarlo nel corso della giornata qualora cambi il nostro stato d'animo.

Se accettiamo il concetto secondo cui siamo il colore del nostro stato d'animo e se siamo consapevoli di essere costituiti da energia, allora condividiamo l'idea che il colore stesso è energia. Può tornarci utile l'osservazione dei colori "indossati" dal soggetto. Così, chi prediligerà il rosso mostrerà fiducia in se stesso, attività, quindi voglia di agire e partecipare (collaborare).

Chi preferirà tinte pastello sull'azzurrino o sul verdino, esprimerà remissività, passività desiderio di quiete, di lasciar stare. Lo svogliato, tranquillo, "verde" preferirà più probabilmente qualcosa che non lo impegni molto, che non lo faccia combattere anche con quanto noi sottoponiamo alla sua attenzione. Chi predilige il viola mostra sensibilità, ma anche passaggio, transito emozionale.

Il blu è scelto da chi ricerca quiete, tranquillità. Il giallo è scelto dai soggetti "solari" che anelano alla libertà, ma sono anche un po' nostalgici. Il marrone è preferito da quanti vogliono allontanare da loro particolari tensioni o liberarsi dal loro stress; può esprimere passività, rimorchio. Chi indosserà capi grigi assume un atteggiamento di distacco, di distanza; in bilico tra il celarsi ed il manifestarsi. Le varie tonalità di grigio prescelto corrispondono alla diversa posizione psicometrica del soggetto.

L'impiego del colore quale "energia pulita" ha avuto successo nel trattamento di moltissimi disturbi metabolici, organici e, soprattutto psicosomatici; attraverso la cromoterapia.  Da segnalare, in particolare, la possibilità del trattamento cromoterapico non invasivo sulle congiuntiviti. (S. Cannavà, Professiona/ Optometry, n. 7 del 1993).

La performance visiva, è detto da più parti, è il risultato finale di un complesso lavoro di elaborazioni varie, operato dal nostro cervello. La nostra capacità visiva può dunque essere influenzata dalle condizioni psicofisiche generali nelle quali ci troviamo nei vari momenti della nostra vita. Vivere in un ambiente "tinteggiato" di un colore anziché di un altro può aiutare od inibire la nostra attenzione, la nostra capacità discriminativa, la resa del nostro sistema accomodativo, l'ampiezza del nostro campo visivo, la sensibilità corneale, la portata lacrimale, e via dicendo.

Anche la maturanda sensazione dello spazio, nel bambino, può essere influenzata dal colore. Una stanza tinteggiata di rosso, ad esempio, sembrerà più piccola di un'altra uguale, tinteggiata di blu. Tra l'altro la prima sembrerà più calda e la seconda più fredda. La svogliatezza di uno scolaro può, a volte, essere adducibile ad un mero disagio cromatico-ambientale.

Le dissertazioni sull'aspetto psicologico del colore e sulle sue influenze comportamentali potremmo condurle all'infinito. Mi auguro che in questa sede sia riuscito a dare una pur lacunosa idea dell'importanza che questo argomento merita nel bagaglio culturale di chiunque nella conoscenza del rapporto psicosomatico col colore.

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Grazie per l’attenta partecipazione

Dott. Salvatore Cannavà, Ph. D. (Vedi altri incontri e curriculum del Dott. Salvatore Cannavà)