mercoledì 6 aprile 2011

Domenica 3 Aprile si è svolta la preannunciata gita a Caccamo. Ecco i commenti di due nostre partecipanti e relativi albums fotografici......

 

Cari amici Unitre

Domenica 3 Aprile ci siamo recati in gita a Caccamo. La giornata era cominciata un "pò lenta", cosi come dice Celentano in una sua famosa performance, sia per il ritardo del nostro Presidente che ci aveva fatto temere che non venisse, sia per i tornanti da fare per salire su al paese di Caccamo.


Anche chi vi scrive ha sofferto un po’, ma ci siamo ripresi subito con la sosta in campagna dove abbiamo degustato con piacere quasi famelico, le locali "schiacciate" condite con acciughe, formaggio, olio e origano.

Anche chi vi scrive ha sofferto un po’, ma ci siamo ripresi subito con la sosta in campagna dove abbiamo degustato con piacere quasi famelico, le locali "schiacciate" condite con acciughe, formaggio, olio e origano.

Era già salita sul pulman la guida, una graziosa ragazza del luogo, che ci ha edotti sulla storia del paese che risale pare ai "Cartaginesi". Siamo saliti al Castello, che è il vanto e la ricchezza del paese.

Si tratta di una costruzione del 1010 con aggiunte posteriori, presso cui si sono susseguite nel corso dei secoli tante e svariate signorie Spagnole, Angioni ecc.
Quello che mi è piaciuto di più è stato l'interno del Castello per la sua buona tenuta. E a questo punto quasi in automatico, faccio il paragone con il nostro Castello Svevo e dentro di me mi ribello per l’incuria e quasi indifferenza cittadina e amministrativa e …mi viene una rabbia!!!!!!!!!!!

All'una ci siamo recati al ristorante, dove abbiamo pranzato.
Poi visita al Duomo con i suoi tanti tesori e opere d'arte. La cosa che più ci ha lasciato senza fiato è stato il panorama dall'alto, la cui vista del fiume San Lorenzo mostra la forma di un immenso lago posto fra una raggera di monti, di un colore verde brillante perché come se fosse in uno specchio, riflette il verde della vallata circostante.

Se l'andata era stata fiacca, al ritorno eravamo tutti gasati, vuoi per il pranzo, vuoi per qualche bicchiere di vino, per cui con l'aiuto di due CD musicali abbiamo prima ascoltato con l’ironia solita delle barzellette, poi della musica fantastica, tutto anni 60.
Così con una spensieratezza giovanile, ci siamo scatenati a cantare in un crescendo di allegria.

Per quanto mi riguarda mi è successa una cosa strana: io Angela Gulino di anni 63, mamma di tre figlie e nonna di quattro nipotini mi sono trasformata in un’ adolescente di sedici anni con l'ardore e spavalderia tipica dell’ età che si divertiva a cantare con i suoi compagni di classe. Che dire di più? E’ stata una fantastica giornata.

Angela Gulino.

Gita a Caccamo
Anche una levataccia può essere accettata volentieri, se si ha la prospettiva di una bella giornata.
In verità, alle ore 7 del mattino, i volti di tutti erano sorridenti e pronti ad affrontare il lungo viaggio fino alla meta. La puntualità, richiesta dal Sig. Passanisi, organizzatore della gita, è stata da tutti rispettata.
Sin dalla partenza si è manifestata per alcuni una strana curiosità: cosa si sarebbe mangiato a pranzo!
Ora, io capisco se si fosse trattato di una gita eno-gastronomica, ma, per una gita culturale, l’interesse sarebbe dovuto vertere su monumenti e bellezze paesaggistiche, lasciando al cibo il solo ruolo di nutrimento del corpo e non dello spirito. Tuttavia, nel corso della giornata, vari sono stati i momenti in cui anche lo stomaco è stato allietato.
All’arrivo a Caccamo, siamo stati accolti da una gentile guida di nome Donatella, che ci ha accompagnati presso una casa di campagna dove vassoi colmi di focaccia fumante e vino ci hanno dato il benvenuto. Successivamente, dopo un classico ed abbondante pranzo, abbiamo potuto gustare un dolce tipico:il buccellato, e, per non farci mancare niente, data la calda giornata, non potevamo non assaggiare del gelato di cui non solo il Presidente è ghiotto, così come ci ha dichiarato,ma quasi tutti i partecipanti alla gita; purtroppo, per Pina Daniele ( la nostra energica capoclasse) il gusto limone, suo preferito, sarebbe stato pronto solo il giorno dopo.
Chiusa la parentesi godereccia, torniamo allo scopo del nostro viaggio: visitare Caccamo e le sue bellezze.
Già lungo la strada la nostra Sicilia si è mostrata a noi con i suoi bei colori, in una splendida giornata di primavera. Grossi cespugli fioriti di ginestra punteggiavano di giallo i campi verdi, ed ancora estese coltivazioni di carciofi e di fave ci hanno accompagnato fino all’arrivo a questo paesino abbarbicato su un costone di roccia, sulla cui cima troneggia il suo famoso castello con le sue torri e le sue mura merlate.
La nostra guida, Donatella, ci ha accompagnato a visitare solo alcune delle 130 stanze di cui si compone, narrandoci via via leggende e fatti storici riguardanti le varie famiglie che si sono susseguite come proprietari del castello. Così abbiamo scoperto che, data l’omonimia del cognome e qualche altra particolarità, forse, ripeto forse (perché è da appurare), tra di noi era presente una lontana discendente di una di quelle nobili famiglie. Ogni momento è stato puntualmente immortalato dalla nostra cara ed infaticabile fotografa Edda, che ritrae tutti e raramente viene ritratta.
Per quanto riguarda la visita al Duomo, dedicato a San Giorgio, ricco di affreschi sia antichi che di epoca più recente, ma tutti di ottima fattura, adornato anche con stucchi, marmi e sculture lignee, un ricco reliquiario in oro zecchino ed un pregevole fonte battesimale in marmo bianco in un sol pezzo, della seconda metà del quattrocento, per tutto questo, dicevo, non abbiamo potuto fare fotografie, perché vietato e ne porteremo solo un ricordo personale.
Volendo ancora descrivere la bellezza del luogo, non si può tralasciare di ricordare il lago, formato da una diga sul fiume San Leonardo, le cui acque verdi, rispecchianti la vegetazione circostante, dà un senso di quiete e di antica fiaba: “C’era una volta in un vecchio castello….”
Ma ecco che ormai l’orologio scocca le ore 18, così decidiamo che è tempo di lasciarci alle spalle stradine in salita , in discesa , piccole scalinate formate da ciottoli levigati dal tanto passare, tra i quali piccoli ciuffi d’erba sbucano prepotenti. Lasciamo, insomma, il vecchio borgo per il ritorno a casa.
Il viaggio, sul comodo pullman, scivola via accompagnato dal lento tramontare del sole. I cori a squarciagola non riescono a decollare perché manca un coordinatore, così Pina fa partire un CD con antiche canzoni anni sessanta, le parole le conosciamo quasi tutti e molti le cantiamo insieme.
Le luci di Augusta si scorgono ormai all’orizzonte ed iniziano i ringraziamenti di routine, il Presidente non dimentica nessuno tra tutti i collaboratori alla preparazione e buona riuscita della gita.
Da parte nostra un grazie al Presidente che ha partecipato anche per senso di dovere, al Sig. Ugo Passanisi ottimo organizzatore, ed infine, ma non ultime Pina Daniele  Lina Di Grande eccellenti hostess che si sono occupate amorevolmente dei passeggeri.
Tania Tudisco