caramagno_auguri_2017Con il presente scritto ripropongo i miei pensieri espressi ai soci presenti, e per gli assenti, alla conviviale del 20 dicembre 2017, per lo scambio degli auguri natalizi e del nuovo anno 2018.

caramagno_auguri_2017_02Constatiamo che da alcuni decenni, nella  società contemporanea, società dei consumi, del divertimento, dell’effimero, della società “liquida”, il Natale è vissuto senza ormai essere considerato, a livello sociale e personale, ciò che esso rappresenta.

Esso quasi non ricorda più il compleanno della nascita di nostro Signore Gesù Cristo, figlio di Dio-Padre, non ricorda più all’intera umanità, e a ciascuno individuo, i motivi profondi della sua venuta in mezzo agli uomini.

Eppure, la profezia di Isaia, espressa sette secoli prima della nascita di Gesù, che egli  lesse e applicò a sé stesso nella sinagoga di Nazaret, continua ad attuarsi:

“Lo Spirito del Signore.......mi ha mandato ad annunciare ai poveri la buona novella” (Luca 4,18).

Non si tratta soltanto dei diseredati, di chi soffre la fame, ma soprattutto  di chi avverte la propria insufficienza morale, di chi riconosce la propria povertà spirituale, di chi sente il bisogno profondo di essere salvato, redento, purificato e perciò invoca e attende con tutto il cuore il Salvatore.

Gesù l’ha dichiarato:

“Io sono venuto per annunciare la buona novella ai poveri……...........ecc..ecc..”
“Io sono venuto perchè gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
“Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò”.

In questi giorni ho fatto un’esperienza toccante per me. Sono andato a trovare una persona molto cara che, da anni, vive uno stato di sofferenza fisica.

Si conversava della banalità in cui è stato ridotto il Natale dalla società contemporanea.

Ad un tratto constato che il mio amico quasi si estranea, si intristisce e, con voce roca e commossa, mi dice testualmente:

“Tu mi conosci. Sai bene che la vita non è stata per me facile. Ho fatto notevoli sacrifici per portare avanti la famiglia. Adesso sono ridotto male. Nella solitudine e nel silenzio, ho maturato la convinzione che la vita, per l’uomo, rappresenta una beffa, sia che egli abbia goduto, sia che abbia sofferto. Per me, che poco ho goduto, molto lavorato, da anni sofferente, reputo che la vita sia stata una doppia beffa.”

Con gli occhi lucidi, quasi in lacrime, continua:

“Per la stima e affetto che ti ho, non ti nascondo che tale convinzione genera in me una sofferenza morale che supera, di gran lunga, quella fisica.”

Mi sono dispiaciuto molto e tanto commosso. Avrei voluto fargli coraggio e dargli speranza con argomenti di fede cristiana.

“Mi sono bloccato” conoscendo il suo vissuto poco incline alla credenza cristiana.

La mia visita si era già protratta per oltre 90 minuti, e quindi, quasi per nascondere il mio disagio, affettuosamente l’ho abbracciato con un “arrivederci a presto” per lo scambio degli auguri natalizi.

La banalità alla quale assistiamo circa la ricorrenza del compleanno del Figlio di Dio fatto uomo e della poca luce sul senso della vita, dichiarata e lasciata intuire dal mio amico sofferente e molto diffusa nell’attuale società, mi induce a porgere a ciascuno di voi,  e ai vostri familiari il seguente augurio:

che questo divino compleanno (Natale 2017) e il nuovo anno 2018 possano farci riflettere sulle seguenti espressioni di Gesù Cristo, Figlio di Dio, venuto in mezzo a noi:

“Io sono la luce del mondo, chi segue me avrà la luce della vita”.
“Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò”.

A nome del Direttivo, del Comitato tecnico esecutivo e mio personale porgo a tutti un caloroso augurio di buon Natale e di un nuovo sereno anno”.

Pippo Caramagno.