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Capo Santa Croce è situato tra Cala Spezzantennola e Capo Stornello nel versante sud est di Monte Tauro. Il toponimo ha tre varianti: Santa Lena, Sant’Elena e Faro S. Croce.

E’ presente per la prima volta nella carta topografica del 1682, ma il luogo si ricorda soprattutto per i fatti storici accaduti nell’anno 324-325 d.C.


MonteTauro_partic_1_terL’imperatrice Elena, madre dell’Imperatore Costantino, compie un cammino di conversione al Cristianesimo e si reca in pellegrinaggio in Terrasanta, sui luoghi della passione di Gesù, portando con sé nel viaggio di ritorno alcune reliquie sacre inerenti alla Crocifissione di Cristo: un pezzo della Croce, un chiodo, due spine della corona di Gesù, e un frammento del titolo che Pilato aveva fatto appendere sulla Croce di Cristo con una parte dell'iscrizione Jesus Nazarenus Rex Iudaeorum, in ebraico, greco e latino (INRI).

Il vescovo Gregorio di Tours, biografo dell’Imperatrice, narra che durante il viaggio dalla Palestina a Roma, la nave in cui ella viaggiava fu colta da una tempesta rischiando di affondare, allora fece “ immergere nel mare un chiodo della Crocifissione ed immediatamente il mare si placò”.

In quell’occasione la nave imperiale prese terra sulla costa del Promontorium Xiphonium, trovandosi di passaggio nell’antistante mare, identificato come ‘Capo S. Croce’.

In segno di ringraziamento per lo scampato pericolo, l’Imperatrice Elena fece erigere nel luogo un’edicola votiva che chiamò “Santa Croce”.

In arabo Capo Santa Croce è detto Ras as Salibah, corrotto in dialetto in Resesalix. Nell’XI sec. il geografo arabo Idrisi cita il Ras as Salibah, ovvero il Capo della Croce.

Nel XII sec. il cronista Malaterra racconta che la flotta di Ruggero, nel maggio del 1086, trascorse la notte a Resesalix  prima di incontrare il figlio Giordano.

Nel 1558 il Fazello lega il nome alla costruzione di una chiesetta dedicata alla ‘Santa Croce’. Nel ‘600 Don Alfonzo Ortis fa costruire una chiesa dedicata all’ Imperatrice Elena che i cristiani presero a venerare come Sant’Elena, mentre su una pietra si rinvengono le “probabili” impronte dei piedi dell’Imperatrice.

Così il luogo è conosciuto anche con il nome di Sant’Elena (corrotto in dialetto in ‘Santa Lena’).

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Nel 1619 Cluverio, invece, sostiene che ‘Capo della Croce’ deriva dalla “ forma a triceps” cioè a tre punte del promontorio, che si estendono verso il mare: Punta Spezzantennola, Capo S. Croce e Punta di Femmina Morta.

Il Massa nel 1709 spiega che il Capo S. Croce ha davanti uno scoglio “ diviso per uno stretto canale per cui passerebbe un brigantino” ma probabilmente si riferiva al vicino Capo Sbarcatore dei Turchi.

Infine La variante del toponimo ‘Faro Santa Croce’ si giustifica con la presenza di un faro costiero costruito nel 1856 alla base del promontorio. Esso serviva e serve tutt’ora per le segnalazioni di sicurezza alle navi in transito nell’antistante mare.

                                          Lucia Imprescia