gulinoPubblichiamo la relazione, del Dott. Gaetano Gulino dal tema L'Uomo nella quotidianità: desideri, aspirazioni, frustrazioni, gioie, sofferenze fisiche e morali”, tenuta al terzo incontro a tavola rotonda, avvenuta il 29 marzo 2012 presso l'aula magna del 2° istituto A. Ruitz.

 

Considerato che l’obiettivo  principale di questi incontri è quello di contribuire a CONOSCERE noi stessi al fine di poter vivere meglio e nella serenità è giusto fare  una breve premessa.

Noi uomini siamo l’espressione più alta e nobile del Creato in quanto siamo costituiti di Materia e di Spirito.

Vi sono diversi modi di definire lo Spirito, uno dei quali è “ quella parte che non è materia, ma deborda dalla materia, quella che permette a noi uomini, come eccezione rispetto agli altri animali, di pensare, riflettere, meditare, amare, contemplare, ideare, di uscire da noi e  guardarci dall’esterno, cioè essere osservatori di noi stessi.

Tav_Rotanda3_1Apprendiamo, assimiliamo, interiorizziamo, facciamo nostro l’oggetto della conoscenza, passando allo stato di coscienza, tanto da  cambiare i comportamenti e indirizzarli verso un percorso di rettitudine , di giustizia, di unità , di pace.

 La consapevolezza di tale dono, dovrebbe già renderci immensamente felici di vivere, di esistere, di essere. In poche parole siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, siamo parte di Dio.

Passando alla tematica specifica di questo incontro, intendo riferirla e collegarla direttamente alla nostra realtà augustana.

Per procedere in modo razionale, occorrerebbe però acquisire tutta una serie di dati demografici, ambientali, sanitari sociologici, economici, culturali, politici etc. Di contro, non mi risulta che Augusta brilli in lavori di statistiche, di reports vari o, quantomeno, se per caso vi siano, non  sono alla portata di tutti, non sono funzionali.

Successivamente bisognerebbe individuare  le varie cause delle tematiche che contraddistinguono in negativo o in positivo l’augustano nella quotidianità e in particolare le problematiche che andrebbero affrontate cercandone le relative cause al fine di poterle eliminare o trasformarle in opportunità. Nel fare ciò non bisogna cadere nel trabocchetto  di  giocare a scarica barili, trovando soddisfazione soltanto nell’addebitare la colpa al capro espiatorio di turno così come in genere fanno le popolazioni incivili.

Viceversa, grazie a quella caratteristica descritta prima e che dovrebbe differenziarci dagli animali, dobbiamo agire in base ai nobili principi di Solidarietà, Condivisione, Compassione, Fratellanza, Aggregazione e Unione. Dovremmo evitare qualsiasi tipo di scontro, rinunciare a personalismi ed egoismi vari ed adottare atteggiamenti  di Ascolto, di Rinuncia, di Umiltà.

Passando alla descrizione di Augusta mi pare di  poterla definire  una strana e particolare cittadina che ha acquisito pochi pregi del paese e quasi tutti i difetti della città. Ha una estensione territoriale non ben definita con una serie di quartieri dormitori e centinaia di edifici in completo stato di abbandono sparsi a macchia di leopardo.  Alla disgregazione della città è seguita quella dell’augustano che ne ha perso il senso di appartenenza.

Le varie piccole comunità, le parrocchie, i  gruppi più o meno  organizzati, le associazioni, i club service, le  confraternite, agiscono di conseguenza senza alcun tipo di collegamento.

Si può suddividere la popolazione in quattro maggiori fasce:

  1. bambini, ragazzi
  2. giovani
  3. adulti
  4. 3 e 4 età.

  1. In questa prima fascia la situazione si presenta quasi ottimale anche in relazione alla necessità di confrontarsi non solo con i popoli evoluti, cosiddetti civili, ma anche con la maggioranza della popolazione mondiale. Si nasce, si è ben nutriti, assistiti, seguiti, scolarizzati, inseriti appieno nella società. La famiglia, o quello che resta della famiglia, di regola assolve bene il suo compito e così anche la parrocchia, la scuola etc. Si creano i giusti desideri, le legittime aspirazioni che in teoria possono essere soddisfatti grazie ai sacrifici personali e dei famigliari in base soprattutto ai propri meriti oggettivamente riconosciuti dalla società. Si affrontano facilmente le fisiologiche sofferenze fisiche, psicologiche, morali. La realtà quotidiana della vita viene ben vista e  affrontata, spesso filtrata dai cosiddetti veli rosa. E’ quasi un sogno che da lì a poco svanirà

  2. In questa seconda fascia si crea un vuoto psicologico, sociale. Il giovane perde la fiducia nella famiglia, nelle varie istituzioni. Non riesce  a soddisfare le proprie aspettative di lavoro, di riconoscimento dei propri meriti, di giustizia, di trasparenza. Sbanda. Il vuoto viene facilmente riempito da falsi valori, falsi ideali. Spesso si è portati a crearsi una personale libertà che non corrisponde alla verità. Di conseguenza si scivola facilmente nel  nichilismo, nell’indifferenza etc. Molti hanno la sensazione che difficilmente troveranno un posto di lavoro, potranno contrarre un matrimonio, potranno avere figli etc. Qualcuno potrà andare avanti  a via di raccomandazioni o quant’altro di poco trasparente e corretto. E’ notte fonda. Non si è in grado peraltro di individuare delle località dove poter emigrare, la crisi investe infatti quasi tutto il mondo. Nel frattempo una gran parte di giovani continua ad alimentare, grazie ai sacrifici dei famigliari, l’industria dell’Università, dei Master, di corsi pseudo specialisti, rinviando, in tal modo, ad un lontano futuro tale drammatica problematica. Inutile immaginare la sequela di vizi, devianze, frustrazioni, alterati comportamenti a cui questa fascia di popolazione va incontro. Eppure dovrebbe essere quella più attenzionata, la principale fonte di risorse e di sviluppo del territorio, quella da cui deriva il futuro della società.

  3. Questa fascia è caratterizzata dall’ansia,  dal timore, dalla paura del presente ma sopratutto del futuro. Gli stipendi vanno progressivamente a diminuire,  le tasse ed i beni di consumo ad aumentare. Si sta creando una forbice ingente che non può che avere pessimi risvolti sul settore economico-commerciale. Tale clima di pessimismo viene aggravato dalla paura di lasciare i  figli in condizioni socio-economiche assolutamente non ottimali e non certo equiparabili a quelle della precedente generazione. Pur tuttavia è una generazione che ha avuto la fortuna di lavorare e di credere più o meno in certi valori che le conferiscono una certa stabilità psicologica e sociale.

  4. Nella quarta fascia,  pare che vi sia  una netta dicotomia. Una parte di anziani, si caratterizza per il senso di solitudine, di sofferenza, di depressione. Sono persone che vivono, più o meno  dignitosamente, gli ultimi anni di vita abbandonate sia fisicamente che  affettivamente dalla società. Sono in perenne ricerca di compagnia, di calore, di conforto, magari di una carezza, di una stretta di mano, di una parola. Di contro vi è una fascia di anziani che sotto forma di aggregazioni varie, a secondo del livello socioeconomico e culturale, si organizzano e partecipano più o meno attivamente a tutta una serie di iniziative. Dette attività, in genere,  risultano  sterili ai fini dell’occupazione lavorativa dei giovani, dello sviluppo  del territorio   e del miglioramento della qualità di vita della totale popolazione augustana. Si vengono così a formare delle vere e proprie oasi in cui questi anziani stanno, vivono abbastanza bene o almeno  apparentemente bene. Queste due fasce di anziani, per quanto nettamente separate e diversificate, possono però facilmente accomunarsi nella prima nel momento in cui, per un accidente, un malessere vario, si viene  a perdere lo stato di buona salute e di autonomia fisica o psichica.

Alla luce di quanto espresso emerge una priorità assoluta.

Fare aggregazione, unione, convergenza verso obiettivi comuni, condivisi, funzionali per il miglioramento della qualità di vita delle presenti e future generazioni.

Detta operazione, per essere vincente, deve poter  utilizzare e massimizzare tutte le risorse disponibili, in termini  di personale, di strutture ed altro, al fine di dare una risposta,  prioritariamente, a quello che è il vero ed oggettivo dramma di questa società rappresentato dalla mancanza di lavoro e di prospettive di sviluppo.

                                                                                              Gaetano Gulino