Farina_mini_2024Pubblichiamo la sintesi della lezione di Storia locale/conoscenza del territorio dal titolo “Per le strade di Augusta: vie e vicoli della nostra città, tra passato e presente" tenuta giovedì 22 febbraio 2024 dal Dr. Mauro Farina.

A cosa serve la toponomastica in un mondo ormai governato dai sistemi GPS, dalle App di geolocalizzazione e dalle mappe geografiche digitali?FARINA_11c

Questa potrebbe essere la domanda che ognuno di noi potrebbe porsi quando, magari attraversando la strada, rivolge gli occhi a una delle tante tabelle toponomastiche sparse per la città.

La toponomastica o, ancor meglio, l’odonomastica (se riferita prettamente ai nomi delle aree di circolazione e dei luoghi di una città) è una branca dell’onomastica, disciplina della Linguistica che si occupa dello studio dei nomi propri. Recentemente, grazie anche al contributo dato dal linguista Girolamo Caracausi con la pubblicazione del “Dizionario Onomastico del Siciliano”, il Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani ha posto l’attenzione sui toponimi dei vari centri abitati dell’Isola.

Augusta, nella sua tradizione plurisecolare, ha avuto diversi processi di denominazione delle vie, la cui esistenza è testimoniata dalle delibere custodite nell’Archivio Storico cittadino o tramandata da illustri intellettuali quali Sebastiano Salomone e Tullio Marcon, spesso attinenti con l’identità del territorio, come ad esempio la via Megara che era conosciuta come via San Sebastiano o la via Dessié che era denominata via del Tiro a Segno.FARINA_11

Un’attenzione deve essere rivolta ai tanti ronchi del Centro Storico, i quali conservano tanti odonimi frontisti, cioè che si riferiscono ai cognomi dei proprietari che anticamente abitavano quei luoghi: si pensi a ronco Stella, ronco Patti, ronco Passarello, ronco Lavaggi.

Alcuni luoghi sono portatori di leggende locali, come ronco Tulè e il suo “fantasma” che, ancora oggi, sembra aleggiare lungo le vie del centro.

Non sempre, tuttavia, gli uomini hanno delle buone idee: un esempio è la delibera della Giunta Municipale n. 64 del 1951 la quale, a seguito di una circolare dell’Istituto Centrale di Statistica che imponeva di eliminare i termini antiquati, come le denominazioni dei ronchi e dei vicoli, avrebbe totalmente modificato e impoverito la toponomastica cittadina e avrebbe irrimediabilmente distrutto la memoria storica della nostra città. Per nostra fortuna, essa non venne mai resa esecutiva in maniera integrale.FARINA_30

La toponomastica non è una scienza esatta. Pertanto, bisogna stare attenti a non commettere due errori: la “paretimologia”, come nel caso di vicolo “Pietro Masi” o, ancor peggio, la “pseudoetimologia” in cui gli studiosi si spingono a trovare delle soluzioni etimologiche in termini ormai opacizzati e oscuri, portando quasi sempre a banalizzazioni o a travisamenti.

La toponomastica, in sostanza, può essere considerata come lo “specchio” della cultura di una città (come un grande libro aperto che ci parla di personaggi, di luoghi, di avvenimenti) e come uno “scrigno” che, gelosamente, custodisce la memoria di un luogo.

Dr. Mauro Farina

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