24 Dicembre 2012
Il 6 dicembre 2012, il Dr. Felice Morana ha svolto la seconda lezione rivolta, in particolar modo, alle donne della terza età, dal tema: “La cistite ricorrente e l’incontinenza urinaria nella donna”. Il Dr. Morara ha parlato dei disturbi urinari in caso di cistite, le cause e le eventuali prevenzioni da attuare, soffermandosi specialmente sulle manovre igieniche da seguire.
Per cistite s’intende una infezione urinaria a sede vescicale, evidenziata dalla presenza nell’urinocultura di 100.000 o più colonie di germi per cc. di urina.
È ricorrente perché spesso si presenta episodica, ogni 2-3 mesi, viene detta invece recidivante se trattasi di reinfezione cioè causata dallo stesso germe.
Perché la donna è più vulnerabile all’infezione urinaria, specie vescicale?
Perché, dal punto di vista anatomico ha un’uretra breve: è lunga appena 4 cm. rispetto a quella dell’uomo che è lunga 18 cm.
Tale uretra breve è in stretta vicinanza con la vagina e la vulva dove albergano germi saprofiti.
È anche vicina all’ano, dove i germi saprofiti tipo l’escherichia coli, possono infettare l’uretra e la vescica per contiguità.
Come prevenire la cistite ?
- curare l’igiene intima: per i lavaggi intimi bastano acqua tiepida e poco sapone neutro;
- pulirsi con movimenti dall’avanti all’indietro e non viceversa, evitare l’uso di spugne;
- durante le mestruazioni e dopo l’attività sessuale, le misure igieniche vanno intensificate;
- tenere l’intestino pulito: il ristagno delle feci favorisce la migrazione di batteri già presenti nelle feci verso la vescica;
- bere ogni giorno almeno un litro e mezzo di acqua oligominerale onde favorire la diuresi;
- evitare un consumo eccessivo di bevande troppo gasate;
- non trattenere l’urina a lungo;
- svuotare bene la vescica ad ogni minzione;
- non indossare indumenti intimi troppo stretti o in tessuto sintetico o pantaloni troppo aderenti perché favoriscono l’irritazione dei genitali esterni, condizioni favorevoli ai batteri;
- contro lo sviluppo di germi è sconsigliato l’uso frequente di detergenti troppo aggressivi, di spermicidi, di lavande vaginali che alterano la barriera protettiva naturale (ph acido);
- ovviamente attuare una antibioticoterapia specifica.
A scopo preventivo usare un farmaco vegetale: il succo di cranberry che contiene due composti: il fruttosio e i polifenoli che impediscono l’adesione dei germi uropatogeni alla mucosa vescicale .
E adesso parliamo dell’incontinenza urinaria nella donna.
L’incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina attraverso l’uretra, in tempi e luoghi inappropriati. Ha un impatto negativo su tutti gli aspetti della vita di chi ne è afflitto.
Ma cos’è l’incontinenza urinaria? Definiamo innanzitutto la continenza urinaria
È la capacità di posticipare a piacimento l’atto minzionale e di effettuarlo in condizioni ottimali di convenienza igienica e sociale.
La continenza urinaria, è il risultato dell’integrità anatomica e funzionale delle vie urinarie e del loro controllo nervoso.
Essere continenti, in pratica, significa “essere capaci di farla al posto giusto e al momento giusto.”
Si stima che i pazienti affetti da incontinenza urinaria siano 2-3 milioni in Inghilterra, 10-12 milioni negli USA (s’intende maschi e femmine), in Italia sono stimabili almeno 3 milioni di incontinenti urinari.
- La prevalenza dell’incontinenza urinaria aumenta con l’età.
- La metà dei pazienti affetti da incontinenza urinaria non fa ricorso al medico contrariamente all’opinione comune.
- La maggior parte dei casi di incontinenza urinaria è candidata ad essere valutata ed è meritevole di trattamento.
- L’incontinenza urinaria è maggiore nel sesso femminile rispetto al sesso maschile.
Essa è stata descritta come uno dei tre giganti dell’invecchiamento insieme alla demenza senile e alle cadute per inadeguato controllo posturale.
Il bacino è chiuso da sotto da una muscolatura chiamata pavimento pelvico o meglio perineo.
Il pavimento pelvico è un‘insieme di muscoli pelvici, la cui funzione è quella di sostenere gli organi pelvici, cioè la vagina, l’utero, la vescica e il retto, evitandone il prolasso, contrasta la pressione addominale che aumenta in caso di starnuti, tosse, risate, sollevamento di borse della spesa.
Il perineo possiamo paragonarlo al fasciame di una barca, in cui dentro, a poppa, ci sta l’ano e il retto (diaframma ano- rettale), a prua ci sta l’utero, la vagina, la vescica e l’uretra (diaframma uro-genitale)
Perché la donna diventa incontinente? Tutto succede con l’approssimarsi della menopausa.
È l’epoca in cui subentra la carenza degli ormoni estrogeni che sono i responsabili dell’impalcatura di sostegno e di tono del pavimento pelvico con conseguente prolasso della vescica e della vagina, i cui sintomi sono la minzione imperiosa fino all’incontinenza urinaria.
Ma perché i muscoli del pavimento pelvico si indeboliscono?
- da gravidanza e parto;
- da sforzi continui per evacuare (stitichezza);
- continuo sollevamento di pesi;
- tosse cronica (tosse del fumatore, *bronchite cronica, asma);
- obesità;
- carenza di ormoni estrogeni nella menopausa.
Ma qual’é il muscolo più importante del pavimento pelvico?
È il muscolo elevatore dell’ano costituito da tre parti di cui quello che ci interessa è il muscolo pubo-coccigeo (PC), questo muscolo è attraversato dall’uretra, dalla vagina e dall’ano.
Il PC è quindi responsabile della buona funzionalità urinaria, sessuale e defecatoria.
Se il muscolo elevatore dell’ano perde la sua capacità di contrarsi a causa del parto,o per postmenopausa, può dare luogo a incontinenza d’urina, di feci o al prolasso della vagina, della, vescica e dell’ utero.
Se non ci fosse il pavimento pelvico, la vescica così schiacciata dalla pressione addominale farebbe fuoriuscire involontariamente l’urina.
Quali tipi d’incontinenza interessano di più la donna?
Sostanzialmente sono tre:
- l’incontinenza da sforzo (stress incontinence) che è tipica della donna.
- da urgenza (urge incontinence) che dipende da un invecchiamento cerebrale comune ai due sessi, consiste nella perdita del normale controllo nervoso della funzione vescico-uretrale da parte dei centri corticali della minzione per cui si ha una “vescica disinibita” esempi: la demenza senile, l’Alzheimer,il morbo di Parkinson
- l’incontinenza da rigurgito: è l’incontinenza da distensione vescicale per ostruzione a livello del collo vescicale, spesso appannaggio del sesso maschile (da ipertrofia prostatica)
Percezioni e comportamenti comuni della paziente con incontinenza urinaria che tiene nascosto il proprio problema:
- si vergogna, si isola;
- evita l’attivita’ fisica, i viaggi, la compagnia, l’attivita’ sessuale;
- si preoccupa di conoscere con precisione dove e quanto facilmente èraggiugibile la toilette più vicina;
- perde stima di se stesso;
- comincia a usare(di nascosto dei familiari) pannolini di protezione;
- ha paura di puzzare o, se anziano, di dover dipendere da altri;
- pensa che sia colpa dell’avanzare dell’età;
- crede che non vi siano soluzioni efficaci e che perciò sia inutile ricorrere al medico;
- beve di meno per produrre meno urina;
- controlla di continuo la biancheria intima;
- si lava in modo maniacale;
- si profuma in eccesso;
- si veste di nero o con vestiti larghi perché, nel caso si veda meno.
L’impatto psicologico:
- depressione;
- apatia;
- senso di perdita di controllo sulla funzione vescicale.
Impatto occupazionale:
- assenteismo.
Impatto relazionale:
- negligenza nei doveri domestici;
- problemi di relazione familiare;
- necessità di protezioni speciali (ad es. per il letto e personali);
- necessità di precauzioni nel vestire.
Se invece il diaframma pelvico sarà costantemente contratto, causerà sintomi diversi:
- perdita involontaria d’urina
- urgenza minzionale
- senso di peso vescicale
- sensazione di mancato svuotamento vescicale
- dolori nei rapporti sessuali
- dolore in sede vulvare
- sintomi anali quali: a)difficoltà all’evacuazione, b)senso di peso anale, c)stitichezza
Allora cosa fare?, Occorre riabilitare il pavimento pelvico
Come fare? Prendendo coscienza della propria muscolatura pelvica imparando a contrarla e a rilassarla volontariamente.
Il muscolo particolarmente interessato nella riabilitazione pelvica è il pubo-coccigeo(PC)
Come lo si riconosce?
È semplice: onde evitare di contrarre i muscoli sbagliati (addominali, glutei o altro), un metodo per capirlo è quello d’interrompere il flusso urinario durante la minzione.
Altro metodo è quello di inserire un dito in vagina e contrarre la muscolatura attorno al dito se si sente aumentare la pressione attorno al dito si avràindividuato il pubococcigeo.
Il Dr. Kegel, ginecologo americano, ideò una serie di esercizi atti a rinforzare il muscolo pubo-coccigeo e di conseguenza a rilassarlo.
I suoi esercizi sono famosissimi ed effettuati a domicilio da tantissime donne.
Alcuni esempi di esercizi di kegel:
- contrarre il pc per 10 secondi e rilassarlo per 30 secondi;
- ripetere più volte;
- alternare velocemente e ritmicamente contrazioni e rilassamenti.
Tali esercizi vanno ripetuti almeno 20 minuti al giorno, ma non c’è un limite. Più si fanno e maggiori saranno i benefici.
Si possono fare ovunque e in qualsiasi momento della giornata (nessuno si accorgerà di questa attività!), in autobus, mentre si fa la spesa, mentre si cucina, dal parrucchiere, mentre si guarda la tv, mentre si guida.
Già dopo tre settimane di esercizi costanti si noteranno i primi cambiamenti.
Spesso non si è coscienti dell’esistenza di questa muscolatura e non si è quindi in grado di gestirla contraendola o rilassandola al bisogno.
Senza allenamento alcuno, il pavimento pelvico può sviluppare in modo autonomo, un atteggiamento costantemente contratto o eccessivamente rilassato.
La stessa postura femminile dettata dall’esigenza estetica di avere una pancia piatta ci fà contrarre la muscolatura pelvica e addominale in modo inconscio per nascondere la normalissima “ciccia” che un atteggiamento rilassato la metterebbe molto in evidenza.
Oggi si parla d’invecchiamento attivo.
E qualche nostro illustre personaggio istituzionale, ne ha dato testimonianza citando un esemplare d’invecchiamento attivo: il nostro ben amato presidente Giorgio Napolitano che proprio, in questi giorni, a proposito di salute ha detto:
“La tutela della salute non è un lusso, ma un diritto, un diritto costituzionale”.
A proposito di salute, oggi abbiamo la spiegazione scientifica perché ridendo si sta bene.
Quando il nostro cervello ride, si scaricano le endorfine, detti anche gli ormoni della felicità, i quali migliorano le prestazioni del nostro corpo.
Ma cosa sono le endorfine?
Le endorfine sono le morfine del nostro corpo, le nostre droghe naturali, sono neurotrasmettitori prodotti dall’ipofisi e dall’ipotalamo.
Scoperte nel 1975 ce ne sono circa 20 tipi, e sono suddivise in :
- alfa-endorfine;
- beta-endorfine;
- gamma-endorefine;
- sigma-endorfine.
A cosa servono ?
- moderano l’appetito;
- liberano gli ormoni sessuali;
- fanno diminuire lo stress;
- danno euforia o felicità;
- abbassano i livelli del dolore aumentano i poteri immunitari;
- regolano il ritmo cardiaco.
Ma come si producono?
- ridendo spesso e sfacciatamente!!;
- facendo sport;
- nuotando;
- passeggiando a lungo;
- facendo l’amore;
- mangiando cioccolato e cibi piccanti.
Per concludere, in tema di invecchiamento, vorrei lasciare un messaggio alla “folta schiera” della terza età dell’Unitre:
Cercate di avere sempre un ideale o un interesse a qualsiasi età, non agitatevi nella vita, ma date libero sfogo ai propri sentimenti ogni volta che vi sentite oppressi dalla malinconia, sorridete, sorridete quanto più potete, siate modesti e semplici. La ricchezza e l’orgoglio uccidono la vita.
Felice Morana.